Dossier

Un viaggio nel sistema solare. Parte prima

Venere, così simile così diverso

Viene spontaneo chiedersi per quale motivo Venere, di dimensioni, massa e densità così simili a quelle della Terra, abbia poi avuto un destino tanto diverso dal punto di vista delle condizioni ambientali. La riposta principale va forse cercata nella seppur lieve differenza di distanza dal Sole. Essendo più vicino al Sole Venere ha dovuto fare i conti con una temperatura mediamente più alta che ha reso difficile conservare l’acqua allo stato liquido e ha causato la liberazione di due efficacissimi “gas serra”: il vapore acqueo e l’anidride carbonica contenuta nelle rocce. Sulla Terra una cospicua quantità di anidride carbonica è infatti contenuta all’interno dei carbonati ma su Venere, in pratica, tutta la CO2 è liberata nell’atmosfera. Quanto al vapore acqueo la radiazione ultravioletta del Sole lo ha ben presto eliminato spezzandolo in idrogeno (subito fuggito nello spazio perché leggerissimo) e in ossigeno (combinatosi successivamente con le rocce superficiali) e oggi la sua concentrazione nelle nubi venusiane si aggira intorno allo 0.01%, un valore incredibilmente basso. Sulla Terra il vapore acqueo è il principale responsabile della formazione di nubi, che si formano dalla condensazione dell’aria ascendente. Le nubi di Venere somigliano invece più allo smog, sono cioè il risultato di una serie di reazioni chimiche che vedono per protagonisti dei composti dello zolfo come l’anidride solforosa, immessa nell’atmosfera dalle eruzioni vulcaniche che hanno caratterizzato il passato del pianeta.

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