Dossier

Un viaggio nel sistema solare. Parte prima

Phobos e Deimos, due sassi intorno a Marte

Marte ha due piccole lune, di forma irregolare, chiamate Phobos e Deimos, che significano “Paura” e “Terrore”, i nomi dei cavalli che nella mitologia greca trascinano la biga del dio della guerra.

La loro presenza venne ipotizzata per una questione di armonia cosmica già da Keplero. Avendo la Terra un solo satellite -la Luna - ed essendo stati scoperti da Galileo, suo contemporaneo, ben quattro satelliti attorno a Giove, Keplero volle immaginare che Marte disponesse di due lune per riequilibrare la sequenza numerica. E Jonathan Swift riportò quest’idea un secolo più tardi nel suo racconto “I Viaggi di Gulliver”, ben prima dell’effettiva scoperta dei due satelliti, avvenuta ad opera dell’astronomo Asaph Hall nell’agosto del 1877. Phobos Phobos, il più grande dei due, ruota molto velocemente e molto vicino a Marte, da cui dista meno di 6.000 Km, mentre Deimos, più piccolo e più lento, orbita poco più lontano, a circa 20.000 Km dal pianeta. Il satellite Deimos

Entrambi i satelliti rivolgono sempre la stessa faccia a Marte ed entrambi sono stati visitati e fotografati dalle sonde Mariner 7, Mariner 9 e dai Viking Orbiter 1 e 2. Nel 1988 due navicelle sovietiche, Phobos 1 e 2 vennero progettate e lanciate proprio per esplorarli. Avrebbero dovuto addirittura far atterrare su Phobos delle piccole stazioni scientifiche ma purtroppo la sonda Phobos 1 perse l’orientamento a causa di un errore del software di bordo e con la Phobos 2, pur essendo arrivata a stabilirsi nell’orbita marziana e avendo iniziato a scattare alcune immagini, il contatto venne perso quando si trovava a soli 200 Km di distanza dall’obiettivo. Essendo di dimensioni molto limitate (Phobos ha l’asse maggiore di 27 Km e Deimos di 15 Km), essi sono molto simili a degli asteroidi, di cui dovrebbero avere grossomodo la stessa composizione chimica. Colpisce, su Phobos, la presenza di un grosso cratere dal diametro di circa 10 Km, chiamato Stickney in onore della moglie di Asaph Hall. Deimos appare invece meno craterizzato ma più ricco di detriti.

La loro formazione crea qualche grattacapo: è possibile che si tratta di asteroidi della fascia principale, catturati dalla debole gravità di Marte, oppure potrebbe trattarsi addirittura di due “planetesimi” superstiti fra quelli che hanno contribuito alla formazione del pianeta.

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