Marte il pianeta rosso
Fin dall’antichità Marte ha attirato l’attenzione degli uomini per il suo colore rosso sanguigno. Per questo è stato associato ad Ares, il dio greco della guerra. Oggi sappiamo che questa sua caratteristica è legata al contenuto di ossidi di ferro delle sue rocce e che Marte è un piccolo mondo arido, con una tenue atmosfera. Piccolo perché il suo diametro è grossomodo la metà di quello terrestre e la sua massa è appena il 10% di quella del nostro pianeta. Anche la densità è sensibilmente più bassa, essendo Marte il corpo meno denso dei quattro pianeti rocciosi. È anche il più esterno dato che orbita a una distanza media di circa 228 milioni di Km dal Sole; la sua orbita è però marcatamente ellittica e questo fa sì che la sua distanza minima dalla Terra possa variare parecchio. Marte impiega poco più di 24 ore a ruotare su se stesso e circa due anni a completare la sua orbita intorno al Sole; i passaggi ravvicinati con il nostro pianeta (le “opposizioni”) si verificano a intervalli di circa 26 mesi, ma la distanza minima può variare da un centinaio di milioni di Km fino a poco più della metà nei casi più favorevoli.
Del resto è stata proprio questa forte ellitticità dell’orbita marziana a incuriosire gli astronomi del passato; il modello tolemaico, pur con diversi correttivi, non riusciva ad aver ragione dell’orbita di Marte con la precisione desiderata e fu Keplero, sulla base delle misure eseguite dal suo maestro, l’astronomo danese Tycho Brahe, a intuire che i conti sarebbero tornati meglio introducendo orbite leggermente ellittiche invece di sferiche e posizionando il Sole in uno dei due fuochi delle ellissi. Con ciò si sconfisse uno dei tanti tabù ereditati dalla concezione aristotelica del cosmo, e cioè che i pianeti si potessero muovere solo seguendo orbite circolari, essendo la circonferenza l’unica forma geometrica ritenuta perfetta.