Il 15 febbraio 2014 ricorrono i 450 anni dalla nascita di Galileo.
Galileo Galilei è l’icona dello scienziato che si batte per l’indipendenza della scienza dal principio di autorità degli antichi e dai dogmi della religione. Ma con Galileo non vengono semplicemente demoliti gli schemi precedenti: viene fondata una nuova scienza, la scienza moderna, che ha alla sua base il metodo di indagine chiamato appunto “galileiano”.
Galileo cresce e studia a Pisa, dove coltiva la letteratura. Iscrittosi a medicina, conosce la fisica aristotelica e si appassiona alla matematica. Senza aver concluso l’università, nel 1589 ottiene la cattedra in questa disciplina. Parallelamente comincia le esperienze sulla caduta dei gravi e studia il moto del pendolo.
Nel 1592 si trasferisce all’Università di Padova, dove trova ampia libertà di ricerca. Continua lo studio del moto dei corpi e delle sue cause e approfondisce l’astronomia. Nel 1597 si dichiara convinto della validità della teoria copernicana.
Nel 1609 viene a sapere di uno strumento, chiamato allora "occhiale", ed esibito ad una mostra di Venezia da un olandese, e dotato di lenti in grado di "avvicinare gli oggetti". In brevissimo tempo, nel suo studio dotato di un'officina, Galileo fu in grado di costruirsi in proprio, oltre agli apparecchi di cui si serviva per gli esperimenti e le lezioni nei campi più disparati dell'architettura militare, della balistica, dell'ingegneria idraulica, del disegno e della misurazione, un primo telescopio con cui scoprì i satelliti di Giove, le fasi di Venere e i monti della Luna arrivando in pochissimo tempo alla pubblicazione del fondamentale "Sidereus Nuncius" (1610), studio astronomico in cui non solo si metteva in crisi la tradizionale immagine del mondo, ma si facevano cadere alcune fondamentali obiezioni al sistema copernicano.
La sua fama si accresce notevolmente ed egli viene chiamato a Firenze come matematico del Granducato di Toscana.
Cominciano le resistenze nell’ambiente ecclesiastico e nel 1616 Galileo viene ammonito a non professare più la tesi eliocentrica. Continua però i suoi studi e, confidando nel nuovo pontefice Urbano VIII, pubblica nel 1632 il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" in cui, sotto un’apparente neutralità, dà risalto all’astronomia copernicana a scapito di quella tolemaica. Non ottiene però l’appoggio sperato e nel 1633 viene processato e condannato ad abiurare le sue teorie, pena il carcere a vita. Costretto a vivere in isolamento, completa i suoi studi di meccanica. Muore quasi cieco nel 1642, ad Arcetri circondato da pochi allievi.