Dossier

La Stazione Spaziale Internazionale

Le leghe a memoria di forma

Prendiamo un sottile filo metallico e divertiamoci a deformarlo. Poi esponiamolo a una sorgente di calore, come per esempio un fornello. Può capitare che il filo metallico, dopo aver raggiunto una certa temperatura, recuperi la forma che aveva inizialmente.

Magia? No, certo. Un comportamento di questo tipo è caratteristico di una classe di leghe metalliche dette a memoria di forma, in virtù della loro capacità di recuperare, come se la ricordassero, la loro forma originaria.

L'applicazione spaziale più classica delle leghe a memoria di forma riguarda il meccanismo di apertura dei pannelli solari di un satellite. Quando il satellite è esposto al Sole, alcune molle realizzate con leghe a memoria di forma si allungano, aprendo i pannelli solari.

Leghe a memoria di forma

E sulla Terra? Si va dalle applicazioni più frivole, come per esempio la costruzione di montature di occhiali particolarmente flessibili, a usi più significativi: in odontoiatria, per esempio, le leghe a memoria di forma sono usate per ridurre la separazione fra due denti.

Vi si fissa una piccola molla di nickel titanio, precedentemente stirata. La temperatura interna alla bocca è sufficiente a spingere la molla a recuperare la sua forma iniziale, dando luogo a una forza di richiamo che, con il tempo, avvicina i denti in modo naturale e poco doloroso.

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