Dossier

La Stazione Spaziale Internazionale

Il Lego spaziale

Un satellite artificiale abitabile lungo 108 metri, con una massa di circa 450 tonnellate, composto da oltre cento blocchi, con più di 3000 metri quadrati di pannelli solari per il rifornimento energetico: non è uno scenario fantascientifico ma solo un breve estratto dalla carta d'identità che la Stazione Spaziale Internazionale presenterà nel 2006, quando la sua costruzione sarà completata.

ISS overview 2

Un vero e proprio serpente a energia solare che si snoderà in laboratori scientifici, moduli di servizio, assi portanti, scialuppe di salvataggio e ogni altro elemento utile per la vita in orbita.

Per portare la ISS alle dimensioni previste è necessaria un'immensa opera di costruzione nello spazio, assemblando tutti gli elementi preparati e controllati a terra, sottoposti a test strutturali e di funzionamento e, infine, messi in orbita a distanza di qualche settimana l'uno dall'altro.

Sono previsti circa 50 lanci per raggiungere, nel 2006, il completamento della costruzione, senza contare le missioni per mantenere in piena operatività la Stazione Spaziale. Poi ci sono anche i viaggi di routine, senza presenza umana a bordo, effettuati da veicoli completamente automatizzati, come per esempio i Progress russi, che nei primi quattro mesi di presenza umana sulla ISS effettueranno tre viaggi.

Partenza Shuttle

Tutto è iniziato il 20 novembre 1998, quando è stato messo in orbita il primo elemento della stazione, Zarya, nominalmente russo ma costruito grazie all'apporto determinante dei finanziamenti statunitensi. In queste fasi iniziali della costruzione, Zarya è la centrale elettrica della ISS. Non solo: ogni tanto accende i motori e riporta la Stazione orbitante sull'orbita corretta. Sì, perché la ISS tende a cadere verso Terra, a causa dell'attrito dovuto alla pur tenue atmosfera nella quale si muove. È infine proprio attraverso Zarya che la Stazione comunica con le basi di terra.

Qualche settimana dopo, il primo modulo è stato raggiunto dal Nodo 1, un blocco che offre ben sei portelli di connessione con altri moduli.

E nell'estate 2000 ai due elementi si è aggiunto il modulo di servizio russo Zvedza, il luogo abitabile e anche il cervello della giovane ISS, provvisto di un sistema di elaborazione dati, il DMS, che costituisce il contributo dell'Europa in questa fase del progetto.

Con l'arrivo del primo equipaggio stabile, il 2 novembre, e il successivo lancio dei pannelli solari americani, la fase di "montaggio" della ISS per il 2000 poteva quasi dirsi conclusa. Ma non c'è stato molto da oziare. Bisognava mettere a posto casa, proprio come nei traslochi. Ed è questo il compito primario dei primi tre astronauti, il comandante Bill Shepard e i due cosmonauti russi Yuri Gidzenko e Sergei Krikalev.

Oltre a montare manualmente la loro camera da letto, il bagno, la cucina e a disfare i pacchi, hanno avuto un altro compito delicato: quello di controllare che tutto quanto sia stato portato in orbita funzioni correttamente. I sistemi che permettono la vita a bordo, prima di tutto. Dunque la depurazione dell'aria, il mantenimento della temperatura, la produzione di acqua e così via.

A metà novembre è arrivato un cargo russo, un Progress. Altri pacchi da scaricare. E poi ancora un cargo in dicembre e uno in febbraio, pacchi su pacchi in un trasloco senza fine.

E nel frattempo è stato necessario installare i pannelli solari e preparare le condizioni per il primo grande avvenimento del 2001: l'arrivo del laboratorio americano Destiny, che ha concluso la prima fase di costruzione della ISS.

Con l'arrivo di Destiny il controllo della Stazione è migrato dal cervello europeo di Zvedza a quello del primo laboratorio USA, che comunque continua costantemente a consultare il suo partner prima di prendere decisioni avventate, per esempio sull'orientamento nello spazio della Stazione. Con Destiny sono arrivati anche i primi esperimenti scientifici.

Prova l'animazione della costruzione della Stazione

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