Dossier

La ricerca sulle staminali: risultati, prospettive, prerequisiti - Parte II

Il punto della situazione

L’integrità e l’attività funzionale dell’endotelio gioca un ruolo cruciale nella formazione delle lesioni aterosclerotiche. Il danno in questo tessuto che si verifica per via meccanica (per esempio, espandendo il vaso con un catetere a palloncino o inserendo uno stent semi rigido) o per attivazione della risposta infiammatoria delle stesse cellule endoteliali, induce una cascata di eventi pro-infiammatori che risultano nell’infiltrazione delle cellule immunitarie e nella proliferazione delle cellule muscolari lisce.

Questo processo culmina nella formazione delle lesioni aterosclerotiche, che culminano nella rottura della placca e nell’infarto del miocardio (attacco cardiaco acuto), che è ancora la principale causa di morte nel mondo occidentale. Il mantenimento dell’integrità endoteliale, quindi, è di cruciale importanza per prevenire il processo iniziale nell’infarto acuto del miocardio e nelle malattie delle coronarie.

La sostituzione delle cellule endoteliali si pensava avvenisse molto lentamente. Ad ogni modo, l’aumento di evidenze suggeriscono che i fattori di rischio per le malattie delle coronarie aumentano la morte cellulare programmata (apoptosi) delle cellule endoteliali (EC), conducendo ad anomalie del monostrato cellulare dell’endotelio. Scoperte recenti hanno suggerito che il danno endoteliale può essere recuperato mediante precursori cellulari circolanti (1).

In accordo a queste scoperte, impianti di Dacron sono stati rapidamente popolati da particolari cellule staminali emopoietiche derivanti dal midollo osseo. Nell’uomo, la superficie del dispositivo inserito nel ventricolo sinistro per supportare la funzione cardiaca può venire ricoperto da un strato ancora più immaturo di queste cellule. Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato che i precursori endoteliali circolanti possono risiedere in parti esposte dell’arteria dopo il danno indotto da un catetere a palloncino.

E’ stato dimostrato che le cellule incorporate derivano dal midollo osseo. L’aumento dell’incorporazione di certe cellule derivate dal midollo osseo è associato ad un’accelerazione nella riparazione del tessuto endoteliale e nella riduzione del riassottigliamento dei vasi in seguito all’intervento clinico.

Presi nel complesso, questi studi implicano che i precursori endoteliali circolanti contribuiscono significativamente alla riendotelializzazione.

La seguente osservazione è degna di nota: il numero di precursori endoteliali circolanti, che possono avere un’attività anti-aterogenica, è significativamente ridotta in pazienti con malattie croniche delle coronarie.

I fattori di rischio classici per l’aterosclerosi, come l’età o il diabete, riducono il numero di precursori circolanti, indicando che le persone a rischio di malattia cronica delle coronarie potrebbero avere una capacità di rigenerazione endoteliale ridotta. Questa ipotesi è consolidata da recenti scoperte che hanno dimostrato che la valutazione dei precursori endoteliali circolanti predicono la prognosi di pazienti con malattie croniche delle coronarie (2).

- La circolazione delle cellule staminali derivate dal midollo osseo possono contribuire alla rigenerazione del monostrato endoteliale dopo le lesioni e migliorare la riparazione vascolare.

- I pazienti con malattia cronica delle coronari mostrano un numero e una funzionalità ridotti dei precursori endoteliali delle cellule staminali.

- La misurazione della quantità di precursori endoteliali potrebbero essere utile nel monitorare i pazienti a rischio di aterosclerosi.

Suggerimenti