Dossier

Scienza, paranormale e pseudoscienza

È vero, ci sono tanti imbroglioni, ma il dieci percento...

Questo ragionamento è essenziale per salvare maghi, cartomanti e pseudoscienze. Può anche essere espresso dal proverbio “Non far di tutta l’erba un fascio”. E come tutti i proverbi, se applicato alla lettera, diventa un luogo comune.

Di fronte a certe notizie della cronaca anche le persone più credule, ingenue o superstiziose non possono non notare quali fregature e quali truffe minaccino il cliente/consumatore.

Quando un sensitivo è scoperto a imbrogliare, non era il “nostro” sensitivo; quando un mago è scoperto a plagiare un cliente, non era il nostro mago; quando un medico alternativo mette in pericolo la salute di un povero credulo non si tratta del nostro medico alternativo o magari non si tratta della nostra medicina alternativa preferita; quando le affermazioni di un astrologo risultano false non era il nostro astrologo e così via.

Così si potrà sempre dire: “Il mondo delle pseudoscienze è pieno di imbroglioni, ed è bene smascherarli, ma non si può dire che sono tutte bugie: il dieci percento sono autentici...”.

Il problema è questo: come si fa a calcolare la percentuale del 10%? Per esempio, nel caso dei fenomeni paranormali e dei sensitivi, in base a quale ragionamento si può fissare la percentuale di casi veri fra i casi falsi, quando non è disponibile un solo caso vero? Se non si trova un solo caso di mago capace di vedere il futuro, di lottologo capace di prevedere i numeri del Lotto, di guaritore in grado di dimostrare di avere i poteri che millanta, come si fa ad arrivare al dieci percento, o anche soltanto l’un per un miliardo?

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