Dossier

Scienza, paranormale e pseudoscienza

Rilevanza sociale del paranormale e delle pseudoscienze

Spesso capita di sentirsi domandare se, dopotutto, le credenze nei fenomeni paranormali o nelle pseudoscienze non siano fondamentalmente innocue.

Per esempio, che male può fare leggere l’oroscopo ogni tanto oppure chiedere consiglio a un veggente quando si è insicuri su una decisione da prendere?

Ebbene, può fare molto male: la fiducia riposta nei veggenti e negli occultisti si trasforma rapidamente non solo in un danno economico, ma anche in una schiavitù psicologica che può arrivare fino al vero e proprio plagio.

Nel caso delle medicine alternative i danni per la salute sono tangibili: la medicina alternativa, infatti, anche quando “non fa niente” può portare alla morte per assenza di cure serie. Facciamo un esempio tratto dalla cronaca: a una donna viene diagnosticato un tumore al seno, in tempo utile per avere buone probabilità di guarigione. La donna però rifiuta le cure mediche, perché un pranoterapeuta di cui lei si fida le promette una guarigione “naturale”, alternativa, senza effetti collaterali. Si tratta solo di ribilanciare le energie positive e negative attraverso il prana e il gioco è fatto. La donna torna in ospedale parecchi mesi dopo, quando ormai la malattia è allo stadio terminale e non c’è più nulla da fare.

Altro esempio (sempre tratto dalla cronaca): due medici vengono chiamati per visitare un bambino. Constatano durante la visita che il bambino è gravemente denutrito e scoprono che i genitori seguono in modo maniacale un filone della macrobiotica particolarmente devastante nell’età della crescita. I medici vorrebbero far ricoverare il bambino, ma i genitori si oppongono, in base al diritto di nutrire loro figlio secondo la filosofia che preferiscono. Nei giorni necessari per ottenere un’ordinanza di ricovero dal tribunale, il bambino muore.

“Non fatemi uscire, non fatemi uscire. Devo rimanere qui solo per altri sei mesi, poi la magia cattiva si dissolverà. Devo rimanere in casa, o moriremo tutti.” Una ragazza ventiduenne di Guardiagrele, un piccolo comune in provincia di Chieti, ha reagito in questo modo ad una squadra di carabinieri che ha fatto irruzione il 22 marzo del 1996 in un appartamento in cui era rinchiusa da più di sei anni. Alla domanda sul perché fosse in casa in una stanza piena di sporcizia e completamente al buio, la giovane ha risposto: “Devo sfuggire a un incantesimo mortale, mi hanno fatto una fattura tanto tempo fa. Me lo disse un nostro parente: devo stare chiusa in casa sette anni se voglio salvare me e i miei familiari. Vi prego, non portatemi via.”

Nell’aprile 1996 Salvator Rosa, presidente del TAR dell’Umbria, ha preso una decisione che è rimbalzata anche sulla stampa, applicando l’articolo del Testo Unico di Pubblica Sicurezza che vieta il mestiere di ciarlatano e mandando un’ordinanza di chiusura a tutti gli studi esoterici della regione. Sentiamo cosa scrive: “Ognuno è libero di pensare come crede, è ovvio: ma io non vedo la differenza fra l’imporre il casco, il vietare l’uso dell’eroina, il vietare l’usura e il vietare la magia. Fra il mago e l’usuraio non saprei dire chi sia peggiore: l’usuraio almeno affitta del denaro, cioè qualcosa di concreto, il mago affitta o vende chiacchiere e panzane. Forse, la gente che difende i maghi non sa bene che cosa questi offrano in vendita e a che prezzo. Ci sono quelli che vendono i numeri del lotto, o il modo sicuro di vincere al totocalcio: chiunque abbia un minimo di logica si rende conto che, se il mago sapesse come vincere, semplicemente giocherebbe, e non se ne starebbe tutto il giorno in una stanza in attesa di qualche gonzo cui vendere il suo segreto. Altri, la maggioranza, fanno le fatture, cioè, a prezzo incredibilmente caro (decine, centinaia di milioni), promettono di far innamorare persone che il cliente ama o di far morire persone che il cliente odia. Se il prescelto poi non muore è probabile che il prossimo passo sarà rivolgersi a un killer della mafia. Secondo me il diffondersi di questi fenomeni è segno di decadenza culturale e spirituale di un popolo.”

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