Dossier

Scienza, paranormale e pseudoscienza

La simbiosi fra stampa e pseudoscienza

Il fatto che le pseudoscienze non riescano a dimostrare di funzionare, sembra essere sconosciuto alla maggior parte dei giornalisti che scrivono sulla materia. In un modo o nell’altro mostrano di tenere in considerazione le credenze dell’astrologia quanto le scoperte dell’astronomia. La stampa dà largo spazio agli operatori dell’occulto e pubblica a volte come reportage propagande pubblicitarie di medicine alternative e altro.

Noi lettori siamo a martellati da un’informazione troppo spesso acritica, in cui vengono spacciati per veri dei fenomeni che non sono mai stati provati. Questa prassi viene probabilmente mantenuta viva soprattutto per il fatto che a scrivere sul paranormale, nelle redazioni dei giornali, è sempre il cosiddetto “esperto del campo”, che tipicamente è un attivo sostenitore di queste credenze. Oltre a ciò vi è da considerare anche l’elevato ritorno economico che queste storie portano. Le notizie paranormali, infatti, sono meravigliose e solleticando la curiosità dei lettori agiscono come specchietto per le allodole. In sostanza fanno vendere più copie. La gente le apprezza e la stampa le dà.

Un ulteriore freno all’onestà della comunicazione è il problema della smentita. Non c’è da meravigliarsi allora, se gli italiani spendono per il consulto di maghi e veggenti più soldi che per acquistare la carne. Tutto questo è profondamente diseducativo. Alla lunga, il credere alle promesse della pseudoscienza, bevendosele tutte, non porta solo a un abbassamento della cultura e della civiltà, ma può avere, a causa della perdita di spirito critico e di analisi razionale, pericolose ripercussioni sociali e politiche.

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