Dossier

Scienza, paranormale e pseudoscienza

La scienza non accetta l’esistenza dei fenomeni che non riesce a spiegare

Il principale luogo comune in difesa dei fenomeni misteriosi o paranormali, su cui poggiano le basi le più disparate discipline pseudoscientifiche, afferma che la scienza rifiuta l’esistenza di un fenomeno quando non lo sa spiegare. La verità è però completamente diversa: “La scienza non riesce a trovare alcun vero fenomeno paranormale da spiegare.” Gli scienziati infatti non solo accettano, ma proprio per passione e per lavoro cercano continuamente l’esistenza di nuovi fenomeni, i quali, ovviamente, essendo nuovi non possono essere “già spiegati”. Se così non fosse, non ci sarebbe alcun progresso scientifico e il sapere umano sarebbe fermo ai secoli passati. Ci sono molti fenomeni, scoperti dalla scienza, che ancora attendono una spiegazione. Ma nessuno si sognerebbe di dire che per questo motivo non esistono.

Non ha alcun senso spiegare un fenomeno che non è ancora stato osservato: sarebbe come cercare di spiegare come facciano le mucche a volare così in alto, librandosi leggiadre nel cielo, nonostante siano sprovviste di ali e pesino parecchio. Prima di avventurarsi in complesse modifiche alle equazioni della aerodinamica o alla legge di gravitazione universale di Newton, pare sensato accertarsi che ci sia almeno una mucca che vola. La conoscenza di un fatto nuovo precede per forza la sua eventuale spiegazione: prima si osserva un fenomeno e poi se ne cerca (e non è detto che si riesca a trovare) la spiegazione. Invece le pseudoscienze invertono quest’ordine e si mettono a costruire teorie per spiegare fenomeni che non sono mai stati osservati. Per quanto strano possa sembrare, questo modo di ragionare fa ancora molto presa e così si continua a pensare che la scienza respinga a priori dei fatti veri solo perché non sarebbero spiegabili con le attuali conoscenze. È invece sempre stata l’osservazione di “fatti nuovi, non spiegati” a far evolvere le teorie scientifiche.

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