Un gioco di ruolo, un videogame, in cui il protagonista veste i panni di un giovane ricercatore che deve portare avanti la propria carriera presso centri di ricerca di fama mondiale, ampliando via via le proprie conoscenze, affrontando e superando le diverse sfide proposte su ricerche e progetti, con il supporto di una community e una biblioteca virtuale. Questa l'idea di Gianluca Buniato, studente di ingegneria gestionale, che con "Play the future" si è aggiudicato il primo premio della prima edizione di "Spiegare la scienza". Un concorso ideato dal giornalista Gabriele Beccaria, responsabile di "Tuttoscienze" inserto tematico del quotidiano "La Stampa", e promosso dal Politecnico di Torino, con il contributo del fondo di venture capital Innogest Sgr e della Fondazione CRT.
Il concorso di idee riservato agli studenti del Politecnico di Torino, lanciato lo scorso inverno, aveva come fine lo studio di mezzi e contenuti innovativi per favorire la diffusione della cultura tecnico-scientifica. La sfida era quindi quello di ideare strategie efficaci per migliorare la consapevolezza dell'opinione pubblica su come funziona la logica scientifica, sui meccanismi dell'elaborazione delle scoperte e sulle loro (spesso controverse) conseguenze. Il secondo scopo da raggiungere per i concorrenti era favorire la vocazione scientifica dei giovani delle scuole medie superiori.
La risposta è stata entusiasta, ben 108 progetti presentati, intelligenti, originali e, a volte, provocatori, tanto da convincere la giuria ad istituire due menzioni speciali, oltre ai tre premi originariamente previsti. Molti tra i concorrenti hanno dimostrato di aver afferrato il concetto strategico che se la scienza vuole vincere i sospetti e le angosce di tante persone, deve imparare a diventare una protagonista del confronto pubblico.
La cerimonia è avvenuta nella splendida cornice del Salone d'Onore del Castello del Valentino, sede di parte della Facoltà d'Architettura di Torino, recentemente restaurata. Il direttore de "La Stampa", Mario Calabresi, ha colto l'occasione per ribadire l'importanza che i grandi temi e gli accesi dibattiti scientifici hanno acquistato negli ultimi anni nella vita di tutti, trovando di riflesso sempre più spazio sui giornali. Si pensi alla questione degli OGM, piuttosto che alla diatriba sulle cellule staminali, al problema dei cambiamenti climatici, per non parlare delle innovazioni tecnologiche che compaiono nelle nostre vite con ritmi sempre più frenetici. I giornali devono sempre più assumere un ruolo fondamentale, i giornalisti devono essere formati al fine di diventare veicoli di informazione seria e credibile anche nel campo scientifico, prima reputato quantomeno di nicchia. L'invito rivolto ai giovani è dunque quello di cimentarsi nel ruolo di giornalisti e comunicatori, pur avendo un titolo di laurea di taglio tecnico, provando a immaginare nuove forme espressive, nuovi contenuti e nuovi mezzi di diffusione.
La giuria, composta dal Rettore Francesco Profumo, dal Direttore de “La Stampa” Mario Calabresi, dal responsabile del settimanale Tuttoscienze, Gabriele Beccaria, dal vice -Rettore del Politecnico Giuseppe Ferro e dal coordinatore del Premio Francesco Vaccarino, ha avuto un compito oneroso visto il grande successo del concorso.
Il secondo posto è andato a Lorenzo Chiavirano con il progetto “Istruzioni per l’ideazione”: l’idea è quella di riportare sulla confezione o sul libretto di istruzioni dei prodotti di più largo consumo e di maggiore appeal tra i giovani, i principi fisici e le caratteristiche tecniche che ne permettono il funzionamento o che potrebbero aumentarne le performance.
Al terzo posto infine la proposta di Valeria Branciforti “Lenti di gradimento”, con la disseminazione di brevi pillole di divulgazione scientifica attraverso oggetti che ci circondano quotidianamente come i biglietti per il cinema o i mezzi pubblici.
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