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Il web 2.0

Il web 2.0

Quando "il web siamo noi", il gioco si fa più interessante. Milioni di relazioni attraverso blog, sistemi di aggregazione e condivisione delle informazioni, fanno del web l'aggregatore sociale dalle infinite possibilità, dove ognuno può trovare una sua dimensione.

Loghi del web 2.0 Il termine web 2.0 è stato coniato per la prima volta durante una conferenza nel 2004 da Tim O'Reilly, fondatore dell'omonima casa editrice di libri per l'informatica, per indicare un cambiamento del modo di utilizzare la rete, che da semplice vetrina diventa una piattaforma fatta di relazioni ed opportunità.

Quest'evoluzione l'aveva già prevista Pierre Lévy, teorico dei new media, quando nel 1994 (cinque anni prima della nascita del web nei laboratori del CERN) nel libro "L'intelligenza collettiva" scrisse: "i singoli possono costituire, gli uni per gli altri, una sorta di enciclopedia vivente, stringere amicizie, cooperazioni [...] e questa nuova dimensione della comunicazione dovrebbe permetterci di condividere le nostre conoscenze e di segnalarcele reciprocamente".

Quello che caratterizza un sito o un'applicazione web 2.0 da una web 1.0, secondo O'Reilly, è la sua capacità di fornire dei servizi che consentano agli utenti di partecipare alla costruzione del web con contributi (servizi per la pubblicazione di materiali autoprodotti e per l'elaborazione - mash up - di quelli di altri) e di segnalarsi facilmente le risorse più interessanti, stabilendo in questo modo nuove regole di mercato. In questo contesto, infatti, il passaparola diventa la chiave per trovare e valorizzare i prodotti, anche quelli che non trovano spazio nei negozi. Da qui una seconda e importante caratteristica del web 2.0: ha la "coda lunga", cioè il mercato è caratterizzato dall'arricchimento del numero di prodotti disponibili e ricercati dall'utente rispetto al mercato tradizionale, che si traduce matematicamente in un grafico che ha un picco iniziale (pochi prodotti che vendono molto) e continua con una lunga coda (molti prodotti che vendono meno, ma nel complesso di più di quelli del picco) che non tocca mai lo zero (per approfondimenti: "internet ha la coda lunga"). La coda lunga Questo è possibile grazie ad una maggior facilità per gli utenti di trovare risorse di proprio interesse e di conoscerne di nuove, grazie alla segnalazione reciproca.

Ma come si fa a capire se un'applicazione è web 1.0 o web 2.0? Non ci sono regole precise e non riguarda un cambiamento repentino, ma un passaggio graduale ancora in evoluzione.

Applicazioni web 2.0 vs applicazioni web 1.0 Gli esempi solitamente riportati per distinguere le due tipologie sono:

- Wikipedia vs l'Enciclopedia Britannica, ovvero la creazione dei contenuti da parte degli utenti, varia, magari imperfetta ma continuamente modificata e implementata, contro il sapere certificato da un'alta istituzione, ma immobile e meno vario;

- blog vs siti personali: gli utenti oggi preferiscono aprire un blog (o una pagina in sito di net sociality, come MySpace o FaceBook), facile da aggiornare e sul quale possono ricevere commenti e attivare dei link reciproci, rispetto ad un sito web complesso che spesso richiede anche delle competenze tecniche avanzate per il suo mantenimento;

- partecipazione vs pubblicazione: pubblicare un racconto su un sito è web 1.0, pubblicare un racconto a puntate su un blog dove la storia cambia con l'intervento del pubblico è web 2.0;

- tagging vs catalogazione: i contenuti invece di essere rintracciabili semplicemente con una classica tassonomia ad albero, sono associati a diverse parole chiave (v. anche il paragrafo Il social bookmarking);

- abbondamento a Feed RSS vs consultazione diretta: la possibilità di poter usare servizi (aggregatori di feed RSS) che raccolgono in automatico in un'unica pagina la rassegna stampa delle notizie che ci interessano senza la necessità di consultare tutti i siti in cui sono riportate è una delle caratteristiche primarie del web 2.0.

Nei paragrafi successivi saranno approfonditi alcuni aspetti e applicazioni web che caratterizzano il web 2.0, come i sistemi di bookmarking (Del.icio.us, Stumble Upon, aNobii, Digg It, Reddit), i sistemi per creare e condividere contenuti online (blog, wiki, Twitter, Youtube, Flickr), i siti di net sociality (MySpace, FaceBook, LinkedIn) e molti altri, come Second Life e Weblin.

E' possibile leggere qui l'articolo orginale di Tim O'Reilly tradotto in lingua italiana.

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