Dossier

9° Convegno Mondiale di Patologia Vegetale a Torino

Aspetti fisio-patologici

Per quanto si riferisce agli effetti fisio-patologici del cambiamento climatico sulle piante, Agroinnova ha presentato un lavoro riguardante il pioppo. Questa pianta è stata scelta dalla comunità scientifica come modello di organismo per lo studio dello sviluppo e delle funzioni delle piante. Le prove per questo tipo di valutazione sono state condotte nelle celle fitotroniche ed in campo. Nelle celle si sono valutati gli effetti su 3 diversi genotipi di pioppo al variare dei livelli di anidride carbonica e di temperatura. I risultati delle prove confermano che elevati livelli di CO2 fanno aumentare il diametro, l’altezza, il contenuto in clorofilla e gli indici relativi all’attività fotosintetica. Necrosi causate da Discosporium populeum Sacc L’abbinamento di elevati livelli di CO2 ed elevate temperature forniscono invece risultati differenti, secondo la provenienza del genotipo considerato e il periodo di esposizione: le temperature elevate riducono l’effetto positivo della CO2 tranne che per il genotipo proveniente dal sud Italia. In campo, le prove hanno invece riguardato la somministrazione di diversi volumi d’acqua d’irrigazione su diversi esemplari dello stesso genotipo in un periodo stabilito. Le indagini patologiche condotte al termine hanno riguardato le reazioni delle piante all’inoculazione con conidi del patogeno Discosporium populeum Sacc.: la crescita del tubo germinale, effettuata a livello microscopico, ha messo in evidenza differenze poco significative tra gli esemplari testati dello stesso genotipo, mentre le differenze sono valutabili nei confronti di ibridi di pioppo ottenuti per clonazione.

Il Cebiovem ha presentato al Congresso un lavoro che sta svolgendo riguardante l’effetto delle radiazioni ultraviolette sui vegetali. Partendo dalla constatazione che la riduzione dello strato di ozono nella stratosfera porta ad un aumento della radiazione UV-B (260-320 nm) che raggiunge la Terra, con la ricerca si vuole verificare quali conseguenze può comportare tale variazione a livello fisiologico e biochimico nei vegetali fotosintetici. E’ infatti già noto che spesso si ha una riduzione dell’attività fotosintetica e un aumento dei metaboliti secondari. Pianta di Menta piperita Le prove condotte hanno come oggetto la menta, Mentha piperita, che deve proprio ad un metabolita secondario il suo utilizzo per l’estrazione dell’olio essenziale, utilizzato come essenza nell’industria dolciaria e farmaceutica. La composizione dell’olio è particolarmente influenzata dalle condizioni ambientali, compresa la luce. Poiché i cambiamenti nella composizione dell’olio spesso portano ad un drastico cambiamento nella sua valutazione commerciale, con la ricerca si vogliono analizzare gli effetti della radiazione UV-B su diversi aspetti del metabolismo primario e secondario della menta. Le piante su cui si effettuano le valutazioni sono irradiate con UV-B aggiuntivi (310 nm; 2W m-2) per 1 ora a metà giornata per due giorni. Le foglie vengono poi raccolte dopo 4, 20, 24, 28, 44 e 48 ore dal trattamento e sottoposte all’estrazione dell’olio. Parallelamente sono analizzate le attività di enzimi di scarto(catalasi, perossidasi, superossido dismutasi) e l’espressione genica correlata alla produzione di terpeni, componenti degli oli essenziali delle piante.

Per approfondimenti

Effetti dell’ozono http://www.sisef.it/forest@/pdf/Paoletti_269.pdf

Suggerimenti