Dossier

9° Convegno Mondiale di Patologia Vegetale a Torino

Tra i lavori piemontesi presentati al Congresso

Il Dipartimento di Agronomia della Facoltà di Agraria di Torino ha presentato uno studio sulle micotossine nei cereali, che rappresentano a livello mondiale, sia pure con valenze diverse, un serio problema di ordine economico e di salute pubblica. La produzione di queste sostanze tossiche avviene per la maggior parte in campo ed è influenzata dalle condizioni ambientali durante la maturazione e dalle tecniche colturali. Lo scopo della ricerca è stato di valutare l’effetto di tecniche agronomiche combinate sulla contaminazione da micotossine nei chicchi di mais. Allo scopo sono stati preparati tre diversi campi sperimentali in nord Italia nel 2005, 2006 e 2007. In ogni sito di prova sono stati utilizzati due ibridi con diversa precocità e quattro diverse combinazioni di tecniche colturali (relative ad epoca di semina, densità di semina, Ostrinia nubilalis provoca lesioni al mais fertilizzazione azotata e controllo dell’ European Corn Borer (ECB), ovvero l’ Ostrinia nubilalis o piralide del mais, uno dei più dannosi parassiti di questa coltura. La prima combinazione , denominata TAR, era ad alto rischio, in quanto prevedeva semina tardiva, alta densità di semina e concimazione azotata. La seconda, denominata TAM, era a medio rischio, in quanto prevedeva semina in epoca normale, ma alta densità e apporto di azoto; la terza, TAC, o tecnica corretta, prevedeva semina anticipata, bassa densità di semina e apporti bilanciati di azoto; la quarta, TAA, simile alla terza, prevedeva in più il ricorso al trattamento contro ECB. TAM e TAC hanno portato mediamente ad una riduzione del 60% della gravità degli attacchi del Fusarium alle pannocchie rispetto alla combinazione TAR. TAA ha portato invece ad una riduzione dell’87%. Complessivamente si è potuto constatare come l’adozione di combinazioni di tecniche TAM, TAC e TAA abbiano portato ad una riduzione della contaminazione da fumosinine rispettivamente di 2,3,e 9 volte rispetto a quanto rilevato con tecniche TAR. Un significativo incremento di contaminazione in deossivalenolo è stata comunque osservata in entrambi gli ibridi, ma solo per le semine tardive, mentre la contaminazione da aflstossine è risultata bassa in tutte le prove.

Un altro lavoro presentato dal Dipartimento di Agronomia riguarda la contaminazione di quasi tutto il mais di produzione italiana da parte delle fumosinine B1 e B2, oltre i limiti fissati dal Regolamento CE 1881/2006. Attualmente, la prevenzione in campo, con l’applicazione di corrette pratiche colturali, e la selezione di ibridi tolleranti sono le uniche vie possibili per ridurre significativamente la contaminazione finale. Al fine di migliorare le tecniche colturali, è fondamentale avere maggiori informazioni relative alle fonti d’inoculazione e alle vie d’accesso dell’infezione da parte di Fusarium verticillioides, il fungo micotossinogeno. Per questo motivo si sono condotte prove, nel periodo 2006-2007, in nord Italia, in due campi, l’uno normalmente arato l’altro no, con e senza residui di coltivazione, nei quali sono stati utilizzati semi con diversi livelli d’infezione ed effettuati alternativamente trattamenti con fungicidi, inoculazioni artificiali in fioritura, trattamenti contro la piralide. Spiga di frumento infestata da funghi del genere Fusarium, Nel corso della crescita del cereale sono state isolati F. verticillioides ed altre specie di Fusarium sia dai semi che dalle piante a diversi stadi fenologici, corrispondenti alla maturazione lattea, cerosa e fisiologica dei chicchi. La contaminazione da fumosinina B1 e B2 è stata valutata con cromatografia liquida ad alta pressione (HPLC). Il livello d’infezione delle radici primarie e dell’epicotile (parte del germoglio delle graminacee che emerge dal terreno alla germinazione) è risultato non essere coinvolto dal tipo di tecnica adottata, ma ha avuto incremento con l’inoculazione dei semi. La colonizzazione dello stelo da parte del fungo è risultata abbastanza bassa, mentre per i chicchi non si è rilevata presenza di Fusarium durante la crescita del cereale che è iniziata dalla maturazione lattea in poi. Il livello d’infezione e la contaminazione da fumosinine hanno infine dimostrato di aumentare in presenza di residui colturali e con l’inoculazione artificiale in fioritura, mentre il trattamento delle pannocchie con fungicidi ha avuto effetti modesti, e si è confermata importante per la contaminazione la presenza della piralide.

L’ocratossina A (OTA) è una micotossina con effetti neurotossici e cancerogeni prodotta da diverse specie di Aspergillus e Penicillium in diversi tipi di alimenti, tra cui il vino, come derivato dell’uva. La contaminazione avviene ad opera dei “black aspergilli”, tra i quali Aspergillus carbonarius al microscopioAspergillus carbonarius è uno dei più importanti. Per prevenire la presenza di Ota nell’uva così come in altri generi alimentari, Agroinnova sta valutando un metodo rapido e specifico per rilevarla in campo. Per l’uva, la rilevazione del fungo risulta particolarmente critica nel periodo della raccolta, quando il rischio di contaminazione aumenta e la produzione di micotossina è molto elevata. Poichè i metodi di analisi morfologica e microscopica prendono tempo e richiedono il lavoro di uno specialista, si è pensato di ricorrere ad un metodo che utilizza la tecnonologia PCR, in grado di fornire risultati veloci, automatici e specifici. Lo studio è perciò stato condotto con il ricorso a due serie di primer ? specifici, derivanti dal DNA dell’Aspergillus, in grado di amplificare una regione di 187 bp (paia di basi). Il test, effettuato per la rilevazione di diversi tipi di Aspergillus, ha dato risultati positivi, dimostrando quindi il possibile utilizzo per indagare la presenza di ocratossina nelle uve.

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