Dossier

9° Convegno Mondiale di Patologia Vegetale a Torino

Presente e futuro della patologia vegetale nelle parole della Professoressa Gullino

Il 9° Congresso Mondiale di Patologia Vegetale, l’appuntamento più importante e prestigioso a livello mondiale per la ricerca nel campo della fitopatologia, ha chiuso i battenti e già si pensa al prossimo appuntamento del 2013 a Pechino. La chiusura dei lavori ha coinciso con l’insediamento ufficiale della Prof.ssa Maria Lodovica Gullino, Ordinario di Biotecnologie fitopatologiche dell’Università di Torino e Direttore di Agroinnova, alla Presidenza mondiale di ISPP, l’associazione internazionale di patologia vegetale promotrice del Congresso, che raccoglie oltre 50 mila ricercatori di tutti i Paesi. La Professoressa Gullino è la prima donna e la prima rappresentante dell’area mediterranea a ricoprire questa carica. A lei abbiamo rivolto alcune domande che riguardano presente e futuro di questa disciplina in evoluzione.

Il tavolo dei relatori, con la Professoressa Gullino, all’apertura del Congresso

- Nei cinque giorni di confronti ed approfondimenti, quali sono state le problematiche che più frequentemente sono emerse?

Certamente il ruolo della patologia vegetale per garantire cibo sano, sicuro e per tutti. Il ruolo delle malattie in post-raccolta, con ben 5 sessioni dedicate, i cambiamenti climatici, la biosicurezza,...

- E possibile tracciare una mappa mondiale delle collaborazioni scientifiche per la lotta alle malattie delle piante? Come si pensa possano evolvere in una situazione dove le differenze sono ancora evidenti e forti tra Paesi evoluti e Paesi in via di sviluppo?

Il ruolo di una Società scientifica internazionale qual è l'International Society of Plant Pathology (ISPP) che avrò l'onore di presiedere nei prossimi 5 anni è proprio quello di unire le decine di Società nazionali, aiutando i ricercatori dei paesi più piccoli e sfortunati a entrare nelle reti di ricerca internazionali. E questo è proprio quello che mi propongo di fare nei prossimi anni,intensificando i contatti con le Società dei paesi in via di sviluppo e con le società scientifiche più giovani. Solo entrando nelle reti di ricerca internazionali si può crescere.

-Quali sono le facoltà dell’Ateneo torinese ed i Centri di Ricerca che sono coinvolti nello studio delle malattie delle piante, con le sue implicazioni relative alla sicurezza alimentare?

Le malattie delle piante causate dai patogeni fungini sono studiate dalla patologia vegetale, disciplina presente a Torino nell'ambito della Facoltà di Agraria. Presso l'Istituto di Fitovirologia del CNR vengono studiate le malattie causate da virus vegetali. La sicurezza alimentare, intesa come cibo sano e sicuro per tutti, fa riferimento a una serie più ampia di discipline, presenti in diversi settori: agraria, veterinaria, scienze, medicina, ... Senza dimenticare il settore umanistico, ovviamente, a cominciare dall'economia.

- L’attività di Agroinnova, come dimostrato dagli innumerevoli lavori presentati, dimostra di avere una sensibilità a 360° per il problema delle malattie delle piante. Quali sono le linee di lavoro previste per il futuro?

In futuro AGROINNOVA cercherà di continuare a lavorare nell'ambito di progetti internazionali su tematiche emergenti, quali l'effetto dei cambiamenti climatici sulle malattie delle piante, l'effetto della globalizzazione dei mercati sul trasferimento di parassiti tra continenti, la biosicurezza, .. Senza dimenticare i problemi pratici locali del nostro territorio. Tutto ciò verrà svolto con una forte attenzione all'internazionalizzazione (già oggi il 30% dei ricercatori di AGROINNOVA è straniero) e dedicando parecchie risorse al trasferimento tecnologico.

-Come sta evolvendo il lavoro del fitopatologo vegetale?

Il fitopatologo è sempre più medico delle piante. Cioè dotato di un bagaglio tecnico tale da permettergli di utilizzare le tecnologie più sofisticate per risolvere problemi molto concreti. E' questa una professione quanto mai affascinante e in continua evoluzione. Le soluzione di 10 anni fa sono oramai superate; quelle di oggi saranno ridiscusse. Il fitopatologo deve quindi continuamente rimettersi in gioco e sapere affrontare nuovi problemi.

- Visto il rapido evolvere di malattie e possibili rimedi è ancora sufficiente pensare ad un evento mondiale ogni 5 anni? Come avviene oggi il trasferimento di conoscenze nel settore?

Un Convegno mondiale a cadenza quinquennale resta il momento di incontro di migliaia di ricercatori. Quasi un momento di festa, oltre che di confronto scientifico. Nonostante il sempre più frequente ricorso alle nuove tecnologie, incontrarsi di persona, scambiare in modo diretto le proprie opinioni, rivedere vecchi colleghi, incontrare nuovi amici, resta importante, perchè, per fortuna, il fattore umano resta fondamentale. Certo un Congresso mondiale ogni 5 anni da solo non basta e va integrato con tante iniziative di carattere da un lato più regionale e, dall'altro, di tipo più specifico. E' ciò che sta cercando di fare ISPP, grazie all'enorme ricchezza in risorse umane.

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