Dossier

9° Convegno Mondiale di Patologia Vegetale a Torino

Nuovi mezzi di lotta ai parassiti presentati da Agroinnova al Congresso

Agroinnova ha presentato nel corso del Congresso oltre 40 lavori che comprendono sia le tematiche della patologia più tradizionale, con ricerche su numerosi tipi di patogeni agenti di malattie di specie coltivate, sia argomenti di più stretta attualità scientifica, come il controllo biologico delle colture, le collaborazioni internazionali che l’Ente ha attivato in Europa ed in Oriente, le problematiche legate alla biosicurezza. Una panoramica sintetica di alcuni dei titoli presentati, permette di capire come gli studi che competono alla patologia vegetale siano complessi ed articolati abbiano sempre ben presente come l’obiettivo primario sia sempre quello di risolvere i problemi che affliggono il mondo delle piante. Problemi che si ripercuotono principalmente sull’ambiente quando ad esser colpite sono le piante selvatiche, problemi che interessano più specificatamente l’uomo e gli animali che hanno nei vegetali coltivati la fonte primaria di cibo. Alcuni esempi di nuove strategie di lotta alle malattie delle piante.

Nel settore delle piante alimentari, uno dei lavori presentati da Agroinnova riguarda l’efficacia del biocontrollo effettuato tramite agenti naturali su una malattia della lattuga che ne procura l’avvizzimento. Si tratta di un problema emergente in alcune aree italiane dove questa coltura viene fatta a livello industriale. La gestione della malattia è resa difficile dalla scarsa disponibilità di prodotti fungicidi ammessi dalla legge, peraltro scarsamente efficaci, e dalla densità colturale adottata dagli agricoltori, che ne facilita la diffusione. La trasmissione della malattia avviene attraverso i semi, cosicché è abbastanza inefficace la disinfestazione del terreno su cui si effettua la coltivazione; inoltre sono difficilmente reperibili cultivar resistenti. Tutte queste ragioni hanno stimolato la ricerca di agenti biologici di controllo della malattia. Sono stati utilizzati allo scopo quattro tipi dello stesso Fusarium oxysporum: questa specie, pur essendo patogena, comprende dei tipi che riescono a penetrare nelle radici ma non invadono il sistema vascolare della pianta ospite e possono quindi essere utilizzati come agenti di biocontrollo. Inoltre tre formulazioni a base di Trichoderma, ed un prodotto a base di Streptomyces griseoviridis, miscelandoli al suolo, sei giorni prima del trapianto, allo stesso momento dell’inoculazione artificale del patogeno. I positivi risultati ottenuti nel controllo del patogeno offrono buone prospettive per l’applicazione della lotta biologica in questo settore, confermando la possibilità di adottarla in un sistema di agricoltura sostenibile.

Effetti di Fusarium oxysporum su sedano Nelle azioni di lotta al Fusarium oxysporum, temibile patogeno di un gran numero di piante, è stata anche valutata la sua associazione con popolazioni batteriche con il ricorso alla microscopia elettronica e a tecniche cito genetiche specifiche. La presenza dei batteri, che aderiscono alla superficie esterna delle ife del fungo, può rendere il fungo patogeno o meno e renderlo quindi antagonista o meno nei confronti di altri tipi della spessa specie: gli studi in corso stanno cercando ristabilire in quali condizioni ciò avviene. Per ora le analisi indicano che alcuni geni che sono normalmente coinvolti con il livello di virulenza del fungo non vengono espressi quando è presente il batterio, mentre funzionano normalmente in sua assenza. In ogni caso, il lavoro rappresenta una novità negli studi che riguardano le interazioni tra funghi e batteri, soprattutto per il fatto che è dimostrabile come la comunità batterica riesca a cambiare completamente il comportamento del fungo.

I regolamenti comunitari in materia di agricoltura biologica prevedono solo l’uso di semi prodotti con metodo biologico. Perciò è necessario sviluppare la ricerca per individuare trattamenti ai semi in pre-semina che utilizzino i classici prodotti chimici, ma che mantengano la protezione nei confronti dei patogeni, al fine di non compromettere la produzione. Per questo sono state condotte prove in serra, in particolare per contrastare lo sviluppo di Antracnosi del fagiolo causata da Colletotrichum lindemuthianum Colletotrichum lindemuthianum e Ascochyta pisi, causa di malattie su semi di fagiolo e di pisello. Sono stati utilizzati induttori di resistenza, commercialmente formulati come miscele di microrganismi, ed estratti vegetali, in forma secca o liquida, su campioni di semi già infestati. Dai dati raccolti, riguardanti le giovani pianticelle in emergenza e l’incidenza della malattia, si è potuto stabilire che i migliori risultati sono da attribuire alla miscela contenente batteri della specie Bacillus subtilis, mentre le miscele contenenti batteri del genere Fusarium oxysporum in associazione con Tillecur™, un fortificante naturale, e l’olio di timo hanno entrambi dimostrato effetti promettenti nella concia dei semi considerati.

Il bromuro di metile è una sostanza che sino a dieci anni or sono veniva massicciamente utilizzata in Italia per la disinfestazione del suolo. Essa rientra però tra i composti ritenuti responsabili del buco nell’ozono e che il Protocollo di Montreal prevede di ridurre. Occorre perciò trovare soluzioni nuove o alternative che, utilizzando le tecnologie oggi disponibili, rispettino tali obiettivi mantenendo livelli produttivi simili. La tendenza dei coltivatori è per ora quella di rivolgersi ad altri tipi di gas fumiganti, applicati a dosi ridotte, che riducono l’impatto ambientale ed il rischio all’esposizione per i lavoratori del settore. Ma nello stesso tempo iniziano ad adottare, lentamente ma progressivamente, soluzioni non chimiche, grazie anche all’attività divulgativa (seminari, prove dimostrative) che vengono realizzate nelle zone agricole.

Piante di pomodoro avvizzite a causa di una malattia vascolare In Italia l’uso di piante di pomodoro trapiantate è significativamente cresciuto negli ultimi sette anni, particolarmente al sud, dove l’uso del bromuro di metile è ancora largamente utilizzato per la disinfezione del suolo. Si stima che siano circa 10 milioni le piante che sono trapiantate e ci si aspetta che tale numero cresca. Spesso queste piante possono risultare infestate dai nematodi a livello radicale, tanto che se ne raccomanda l’uso con specifici nematocidi, mentre non si ricorre all’uso di fungicidi. Dal 2000 al 2007 però sono stati riportati attacchi fungini alle radici in suoli non trattati: è stato osservata ad esempio una forma di marciume ai nodi radicali , causato da Colletotrichum coccodes, sia su ibridi interspecifici che intraspecifici. Dalle ricerche condotte si è potuto constatare che il Colletotrichum può essere controllato senza ricorrere alla fumigazione tradizionale con bromuro, ma utilizzando un biofumigante ottenuto dalla farina di cavolo e ricorrendo alla solarizzazione del suolo. La fase di trapianto si rileva quindi essere un passaggio strategico nel controllo delle malattie del pomodoro

per approfondimenti

Protocollo di Montreal http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Protezione_dell'atmosfera_a_livello_globale/Ozono_stratosferico/Protocollo_di_Montreal_e_normativa/

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