Dossier

Cinquant’anni di DNA – Parte I

Una grande scoperta, un debutto silenzioso

James Watson e Francis Crick Come per la maggior parte delle grandi scoperte e delle opere d’arte, anche l’importanza della conoscenza della struttura tridimensionale del DNA è stata riconosciuta solo molto tempo dopo la sua scoperta. Sono state le ricerche successive, sugli eventi molecolari che orchestrano la vita, a riportare in luce questa scoperta: proprio la conoscenza della doppia elica ha reso possibile la comprensione dei complessi meccanismi molecolari, e il successivo sviluppo in campo medico e biologico che abbiamo osservato in questo spaccato di secolo.

Cosa succedette nel 1953 in tutto il mondo che non era il laboratorio di Watson e Crick? Era l’anno in cui fu incoronata la regina Elisabetta II, in cui gli scienziati inglesi progettarono la costruzione di una centrale nucleare, in cui per la prima volta fu scalato l’Everest. Monte Everest

E nel campo della medicina? Frederick Ranger aveva appena scoperto tutti i mattoncini che compongono la molecola proteica dell’insulina, il primo successo del sequenziamento proteico. Queste erano le notizie che si potevano leggere sulle riviste dell’epoca, e nonostante sulla prestigiosa rivista scientifica Nature furono pubblicati ben sette articoli sulla struttura e funzione del DNA, solo una rivista nazionale inglese, il New Chronical, citava la doppia elica.

Curiosamente l’articolo pubblicato il 15 maggio 1953 sulla prima pagina di questa rivista, dal titolo “Perché tu sei tu. Vicino al segreto della vita”, riportava in calce l’affermazione “lo studio di come queste carte chimiche sono assortite e accoppiate terrà gli scienziati occupati per i prossimi cinquant’anni”.

La scoperta passò in sordina anche nelle riviste scientifiche, dove venne citata ben poche volte da altri ricercatori per tutto il decennio successivo, nonostante il numero di studi sul DNA fu in costante aumento.

Cosa studiavano gli altri scienziati del DNA in quel periodo? Cercavano di capire le caratteristiche chimiche e fisiche di questa molecola, come era possibile estrarla e purificarla dalle cellule, la sua composizione nei diversi tessuti che costituiscono gli organismi, e secondo un argomento di attualità per l’epoca, l’effetto sul materiale genetico degli agenti mutageni e in particolare delle radiazioni ionizzanti e del radioattivo.

Perché questo scarso interesse alla struttura? All’epoca, nonostante il lavoro di eminenti scienziati, la maggior parte dei ricercatori pensava che il DNA non fosse che una molecola accessoria, di supporto alle proteine, e quindi non fosse poi così importante per comprendere i meccanismi alla base della vita. Il mondo DNA-centrico era ancora molto molto lontano…

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