Dossier

Cinquant’anni di DNA – Parte I

Il DNA: prima e dopo, le tappe salienti

1869 Fritz Miescher, descrive la “nucleina”, una sostanza acida contenuta nel nucleo delle cellule, composta da proteina e da una sostanza che denominò acido nucleico, poi ribattezzata DNA.

1919 Phoebus Aaron Levene, ipotizzò che i quattro mattoncini del DNA, le basi nucleodiche, erano posti uno in fila all’altro a formare molecole di quattro unità.

1928 Federick Griffith scoprì che esisteva una sostanza estraibile da batteri morti in grado di indurre cambiamenti ereditabili in altri batteri, e chiamò questo processo trasformazione e la sostanza in questione principio trasformante.

1938 Rudolf Signor, Torbjorn Caspersson e Einer Hammarsten, scoprirono che il DNA poteva avere una dimensione compresa tra 500000 a 1000000 di Dalton, e che quindi il DNA era formato da lunghe sequenze di basi nucleotidiche, e non da tetranucleotidi come aveva immaginato Levene.

1944 Oswald Avery, Collin MacLeod e Maclyn Mc Carty scoprirono che il principio trasformante di Griffith era il DNA, e suggerirono quindi che in questa molecola risiedesse l’informazione genetica. Nella comunità scientifica, ciononostante, rimaneva viva l’ipotesi che l’informazione genetica risiedesse piuttosto nelle proteine: secondo gli scienziati dell’epoca, il DNA era una molecola troppo semplice.

1950 Erwin Chargaff studiando l’assortimento delle basi del DNA scoprì che queste erano sempre in proporzione da stabilire un rapporto a due a due dei quattro nucleotidi. In pratica, il numero di adenine è sempre uguale al numero di timine, mentre quello di citosine è uguale a quello di guanine, dove adenina, timina, citosina e guanina sono i nomi delle quattro basi che compongono il DNA. (regola di Chargaff)

1949 Roger e Colette Vendrely, insieme ad André Boivin scoprì che le cellule deputate alla riproduzione contenevano un quantitativo di DNA pari alla metà di quello contenuto nelle altre cellule del corpo. Questa scoperta avvalorava ulteriormente la teoria che il DNA fosse la sede dell’informazione genetica: due cellule con metà DNA unendosi ricostituivano un patrimonio genetico intero, di derivazione in parte materna e in parte paterna.

1951 Rosalind Franklin scoprì che esistevano due forme di DNA, che definì “paracristallina A” e “paracristallina B”.

1952 Al Hershey e Martha Chase scoprirono che solo il DNA poteva essere geneticamente trasmesso e non le proteine.

1952 Rosalind Franklin e Reymond Gosling produssero una mappa ad alta risoluzione della diffrazione a raggi X ottenuta dall’irraggiamento della molecola di DNA cristallizzata.

1953 James Watson, Francis Crick, Rosalind Franklin, Reymond Gosling, Maurice Wilkins, W.E. Seeds, Alec Stokes, Herbert Wilson, Bertil Jacobson pubblicarono su Nature la scoperta della struttura del DNA.

1954 George Gamow suggerì che la funzione del DNA era contenere le informazioni per la sintesi delle proteine.

1958 Matthew Meselson e Franklin Stahl dimostrarono il meccanismo attraverso il quale il DNA si riproduce, definito semiconservativo: la doppia elica di DNA si apre, ciascun filamento viene ricopiato. Al termine si osserva la formazione di due nuove eliche, in cui un filamento è stato neosintetizzato e l’altro deriva dalla molecola primordiale, che non esiste più.

1959 Arthur Kornberg e collaboratori isolano la molecola che copia il DNA, si tratta di un enzima che viene denominato DNA polimerasi.

1961 Marshall Niremberg e Johann Heinrich Matthaei dimostrano che una determinata sequenza di DNA poteva dirigere la sintesi di una determinata sequenza proteica. Queste ricerche posero le basi per la comprensione del codice genetico, cioè per decifrare come il DNA dirige la sintesi delle proteine

1962 James Watson, Francio Crick e Maurice Wilkins ricevono il premio Nobel per le loro scoperte sul DNA

Suggerimenti