Dossier

Cinquant’anni di DNA – Parte I

La medicina predittiva

La medicina predittiva è anche la medicina dell’individualità: implica un’analisi del DNA per stabilire in ogni situazione la cura migliore, con massima efficacia e minor rischio per il soggetto. E’ noto che anche per i comuni antibiotici non esistono regole generalizzabili di utilizzo, che garantiscano le condizioni ottimali di cura per tutti. Per ognuno si dovrebbero tarare la tipologia e la posologia, ma oggi questo non è ancora possibile mentre probabilmente lo sarà in futuro, con lo sviluppo di una nuova disciplina chiamata farmacogenomica. Il problema, reale, sarà far quadrare tutto con le abitudini di vita e l’ambiente in cui il paziente vive, e solo studi estensivi ci porteranno ad avvicinarci maggiormente alla condizione ideale di previsione. Non sarà facile, ma nemmeno impossibile, secondo le più autorevoli voci del mondo scientifico.

Proprio per questo motivo in questi ultimi anni, gli scienziati si stanno unendo in consorzi di studio per analizzare enormi fette di popolazione, come una ricerca che ha preso il via in Inghilterra e coinvolge 500000 individui.

Come queste scoperte influiranno sulla società invece è del tutto ignoto: da anni è nota la stretta correlazione tra fumo e insorgenza di tumori, ma non per questo la gente ha smesso di fumare. Conoscenza e azione non sempre sono due facce della stessa medaglia, anche se la prima è indiscutibilmente il presupposto affinché la seconda, se avviene, abbia realmente efficacia.

Se i progressi nella conoscenza della genetica saranno estensivi assisteremo alla nascita di una medicina incredibilmente più complessa e personalizzata, il cui ruolo non sarà curare i malati bensì impedire l’insorgenza delle malattie. In poche parole far diventare le parole paziente, terapia e malattie arcaiche.

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