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Alessandro Riberi, un mito della Medicina Torinese dell'800

Presentato presso l'Accademia di Medicina di Torino il libro biografico di Alessandro Riberi, innovatore e riformatore della medicina presso il Regno di Sardegna. Autore è il prof. Mario Umberto Dianzani.

Martedì 18 dicembre 2007 alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si è tenuta la presentazione del volume “Alessandro Riberi un mito della medicina torinese dell'800” del professor Mario Umberto Dianzani. Ospiti della serata, oltre all’autore, sono stati il professor Alberto Angeli del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Ospedale San Luigi, il professor Alessandro Bargoni del Dipartimento di Fisiopatologia clinica delle Molinette, il professor Alfredo Vecchione, Generale dell’esercito ed il professor Carlo Augusto Viano, filosofo. Sono stati moderati dal Presidente e Socio dell'Accademia professor Giuseppe Poli.

Il professor Mario Umberto Dianzani, ex Preside della Facoltà di Medicina, ex Rettore dell’Università degli Studi di Torino e Patologo Generale di indiscussa fama, da molto tempo coltiva la passione per la Storia della Medicina, ed il volume su Alessandro Riberi è il frutto delle sue recenti fatiche. copertina libro Riberi

Il personaggio di Alessandro Riberi viene ricordato per la Fondazione dell’Accademia di Medicina di Torino, per la fusione dei due corsi di Laurea, prima divisi, di Medicina e Chirurgia, per la creazione di un laboratorio di Analisi presso l’Ospedale San Giovanni che ancora porta il suo nome e per la riforma Sanitaria in ambito militare e civile. Infatti, egli fece dapprima parte e poi presiedette il Consiglio Superiore di Sanità del Regno Sabaudo.

Il libro descrive diffusamente i vari aspetti della vita di Alessandro Riberi (1794-1861), considerato un luminare della Medicina torinese: anzitutto l’ambiente in cui nacque (Stroppo, in provincia di Cuneo). Proprio Alberto Angeli sottolinea le “origini occitane di Riberi, il suo carattere quasi ascetico e sempre legato alle sue montagne”. Oggi nel piccolo paesino a cavallo della val Maira e Varaita c’è ancora una casa di riposo dedicata a Riberi, voluta dal nipote.

Il libro passa poi ad analizzare la formazione, la carriera nell’ambito chirurgico ed accademico, il suo essenziale contributo alla riforma degli studi di Medicina, in un’epoca in cui il progresso scientifico muoveva i suoi primi passi dal vitalismo al positivismo. “Egli ha saputo cogliere le novità – sottolinea il prof. Alessandro Bargoni – fu uno dei primi in Italia ad usare l’anestesia senza indugi, in quanto grande innovazione per ridurre le ‘sofferenze del genere umano’, come citava lo stesso Riberi”.

L’Opera prosegue con l’impegno di Riberi nell’ambito della Sanità, sia militare che civile, sempre mettendo in risalto il suo spirito innovatore ed il suo costante sforzo di adeguare le strutture sanitarie alle nuove realtà socio-politiche del Regno di Sardegna, che si apprestava ad unificare l’Italia e di conseguenza ad assumere una posizione di primaria importanza nel panorama politico europeo dell’epoca.

L’intera vita del Riberi è stata esaminata dall’Autore con estremo senso critico e con innegabile obiettività storica, senza trascurarne gli immancabili difetti, quali errori diagnostici come quando non diagnosticò la malaria al Conte di Cavor, caso che ebbe anche ripercussioni internazionali, e senza disdegnare gli aspetti più privati della sua vita, quali gli aspetti del suo comportamento economico e verso la sua famiglia.

“A Riberi sono stati eretti numerosi monumenti, ho pensato di ‘tirarlo giù’ da questi per vedere come era veramente l’uomo”, afferma il prof. Dianzani.

Il tutto con il supporto di una rigorosa documentazione, ricercata con non poca fatica negli archivi di Stato di Torino e di Cuneo, nell’archivio storico del Comune di Torino, nel Giornale dell’Accademia di Medicina, nelle biblioteche dell’Università di Torino ed in quella della Sanità Militare.Dianzani

Il libro testimonia che Riberi fu certamente un grande uomo, meritevole della riconoscenza e della ammirazione dei suoi contemporanei, ma nel contempo ne umanizza la figura, sfrondandola degli orpelli agiografici e forse eccessivamente celebrativi che i suoi allievi ne avevano prodotto, e contribuisce a collocarne la figura in una dimensione storicamente più adeguata in una realtà in rapida trasformazione. Nell’ambito della quale l’attività del Riberi ha rivestito un’importanza non certamente secondaria.

Pagg.: 496. Edizioni: Accademia di Medicina di Torino. Tiratura limitata: 15.000 copie. Stampato col contributo della Compagnia di San Paolo.

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