Dossier

Cinquant'anni di DNA - Parte II

Il codice genetico

La scoperta della struttura a doppia elica nel 1953 ha fatto immediatamente sorgere una domanda: come l’informazione genetica può essere codificata dal DNA?

Era noto che il DNA è costituito da solo quatto tipi diversi di mattoncini, le basi adenina, timina, guanina, citosina e che nella doppia elica ad una adenina è sempre affacciata una timina, ad una guanina una citosina.

In seguito si scoprì che per ogni gene viene sintetizzato, all’occorrenza, un filamento complementare di RNA, una molecola molto simile al DNA ma in grado di esistere come singolo filamente e che al posto della timina possiede un'altra basa, l’uracile.

Si sapeva che in qualche modo questa molecola di RNA veniva letta nella cellula per costruire le proteine. Queste, però, sono costituite da ben venti mattoncini diversi, gli aminoacidi.

Presto il trucco venne svelato: il genoma è scritto in un linguaggio composta da parole di tre lettere, le triplette o codoni, ognuna indica un aminoacido. I conti però non tornavano: con 4 diverse lettere si possono formare ben 64 parole diverse, mentre gli aminoacidi sono solo venti. Si scoprì, che proprio come nella nostra lingua, anche il genoma aveva dei sinonimi: alcune parole indicavano lo stesso aminoacido, il quale poteva essere specificato anche con tre diverse triplette.

Inoltre, gli scienziati osservarono che determinate triplette, per la precisione tre, provocavano il termine della costruzione delle proteine e non indicavano l’aggiunta per nessun aminoacido, vennero pertanto chiamati codoni di stop.

La lettura di tutte le lettere del nostro genoma ha tenuto occupati diversi scienziati coinvolti nel Progetto Genoma Umano, ed ora è in atto la… traduzione ed interpretazione, un processo che si preannuncia più lungo e difficile ma indubbiamente con implicazioni di enorme importanza per lo sviluppo della medicina e la comprensione della nostra biologia.

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