Dossier

La storia medioevale

Erudizione, storia religiosa e geografia storica

Il medioevo era stato praticato in Piemonte da religiosi che collocavano, fra i loro doveri, la ricostruzione del passato.

Fra Cinque e Seicento un canonico torinese, Guglielmo Baldesano da Carmagnola, scrisse la Historia ecclesiastica della più occidentale Italia. In pieno secolo XVII il francescano Paolo Brizio scrisse i Progressi della Chiesa occidentale e il vescovo di Saluzzo, Francesco Agostino Della Chiesa, la Chronologica historia di vescovi e abati piemontesi. Fra Sette e Ottocento un prevosto di provincia, Giuseppe Francesco Meyranesio, non applicò al suo Pedemontium sacrum l’attitudine di falsario per cui divenne, in un secondo tempo, tristemente noto; e la sua opera fu aggiornata, per i decenni centrali dell’Ottocento, dal canonico Antonio Bosio.

A metà del Seicento lo stesso monsignor Della Chiesa, con la sua Descrittione del Piemonte rimasta inedita e la sua Corona reale di Savoia pubblicata tra 1655 e 1657, inaugurò un filone destinato con il tempo a incrementarsi: quello della corografia, cioè delle descrizioni geografiche ricche di informazione storica. Si va dal 1766 e dalla Piemonte cispadano antico di Iacopo Durandi (autore, successivamente, anche della Notizia dell'antico Piemonte transpadano), all’incompiuta Corografia degli stati di S.M. il re di Sardegna di Derossi, del 1786, alla corografia alfabetica dedicata nel 1815 da De Canis alla provincia di Asti, al monumentale Dizionario storico statistico commerciale di Goffredo Casalis, redatto fra il 1833 e il 1856, alla Description de la la vallée de Maurienne di Dufour del 1862. Con questa pretesa di sistematicità descrittiva risultavano stimolate e inquadrate ricerche di storia medievale subalpina impegnate anche nell’estrarre documenti dagli archivi (da Moriondo con i suoi Monumenta Acquesia del 1790 ad Adriani con il suo Degli antichi signori di Sarmatorio Manzano Montefalcone del 1853), e altre che approfondivano storie di singoli luoghi (da Antichità e prerogative d'Acqui Staziella di Biorci, del 1818, a Il comune di Vercelli nel Medio Evo di Mandelli del 1857, a Memorie storiche della città di Carmagnola di Menochio, del 1890). L’attività così impostata fu esuberante, e gli esempi potrebbero essere molti altri.

Nonostante i lavori, non sufficientemente vigilati, dell’erudizione ecclesiastica, e quelli, condizionati dal municipalismo, della storiografia locale, la prima metà dell’Ottocento risultò decisiva perché ci si orientasse a studiare la storia medievale con strumenti professionali. Non lo dimostrano soltanto i nomi degli studiosi premiati dall’Accademia delle Scienze, ma anche quattro tappe istituzionali rilevanti.

Suggerimenti