Dossier

Storia moderna e contemporanea

Storia moderna e contemporanea

Il Piemonte, e più in particolare Torino, è stato sede di importanti scuole di pensiero per quel che riguarda la storia moderna e contemporanea.

A scopo orientativo è opportuno indicare una periodizzazione oggi adottata da molti (non da tutti). La storia moderna va da fine Quattrocento-inizi Cinquecento (per comodità si sceglie frequentemente il 1492, data della scoperta dell'America) al 1796, anno che, con il trapiantarsi nel nostro paese dei principi della Rivoluzione francese portati in Italia dai soldati d'oltralpe, segna l'inizio dell'età del Risorgimento. A partire dal 1912 si parla di età contemporanea. Il 1912 fu infatti l'anno della svolta che si attuò con l'allargamento del suffragio voluto da Giovanni Giolitti: suffragio universale maschile, si dice spesso, ma per l'esattezza si trattò - come ha osservato un autorevole studioso - di una «riforma elettorale a suffragio semiuniversale».

Si è soliti operare scansioni all'interno dei vari periodi, e ovviamente la periodizzazione varia a seconda dei tempi in cui si vive. Nel Settecento si designava con l'espressione «storia moderna» tutta la storia compresa tra la caduta dell'Impero romano (476 d.C.) e il Settecento stesso. La storia moderna inglobava dunque anche la storia medievale, e la denominazione generale «storia moderna» si protrasse fino ai primi decenni del Novecento. Qui ci si occuperà della storia moderna secondo l'accezione attuale. Richiami espliciti e il contesto medesimo indicheranno quando si userà «storia moderna» (cui si alternerà «età moderna») secondo quest'ultima accezione, ovvero con riferimento anche al medioevo.

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