Dossier

Le istituzioni della ricerca

Il superamento definitivo del modello organizzativo d'Antico Regime: la stagione del positivismo e la centralità dell’Università nello sviluppo di Torino industriale

Torino nel 1882 La perdita da parte di Torino nel 1864 della funzione di capitale del Regno d’Italia, (una crisi gravissima che portò in pochi anni la popolazione da 220.000 abitanti a meno di 190.000), ruppe dall’interno il motore fondamentale e i delicati equilibri della comunità scientifica subalpina tra Università, Accademia delle scienze, apparati tecnici civili e militari dello Stato, rilanciando definitivamente il primato e la funzione strategica della prima nella guida delle istituzione scientifiche. Anzi proprio sulla nascita di una nuova e più moderna Università come volano dello sviluppo economico che il gruppo dirigente cittadino puntò molte delle sue risorse per trasformare la vecchia Torino capitale. Il processo di sclerosi del vecchio modello era del resto cominciato da tempo, in quanto sempre più evidente risultava l’inadeguatezza di un sistema che trascurava le potenzialità scientifiche dell’Università, in particolare di Facoltà come Medicina e Scienze. Qualcosa si era tentato, nuovi laboratori erano stati costruiti, ma sempre con grande parsimonia e senza un vero progetto complessivo d’investimenti. Sin dal 1848 la vecchia Facoltà di Scienze e Lettere fu divisa in due Facoltà separate, la Facoltà di Belle Lettere e Filosofia e la Facoltà di Scienze fisiche e matematiche, con quattro corsi quadriennali in Matematica, Fisica, Chimica e Scienze Naturali, nella speranza di favorire la ricerca in funzione di una più aggiornata formazione professionale. Istituto A. Mosso Nel campo della cultura tecnica, fondamentale per lo sviluppo economico, a partire dal 1860-61, si decise che gli studenti potevano frequentare dopo il corso del biennio della Facoltà di scienze la Scuola di applicazione organizzata su tre indirizzi di Ingegneria civile, Ingegneria industriale e Architettura. Ancora nel 1861, nell’ambito di un ultimo tentativo di rilanciare l’antico modello tardo-settecentesco, l’Università, l’Accademia delle scienze, la Deputazione di Storia Patria, e l’Accademia medico-chirurgica furono collocate sotto la medesima direzione scientifica alle dirette dipendenze del ministero della pubblica istruzione. La strada non era però più rispondente alle esigenze dei tempi e del contesto politico di Torino. Altri erano i modelli vincenti dell’organizzazione dell’impresa scientifica.

Suggerimenti