Obesità e nuove terapie
L’obesità è una condizione sempre più comune, a dispetto di una moda che inneggia all’anoressia come (discutibile) modello di bellezza. L’estetica, però, non è il problema principale, tanto più che negli ultimi anni in televisione sono comparse soubrette e attrici “super-size”, come Platinet e la Krystie Alley, che molti ricorderanno, con qualche decina di chili in meno, come una delle più sensuali attrici comiche degli anni Novanta, oggi protagonista extra-large di una fortunata serie televisiva.
Ma se il mercato dei mass media si adegua alle esigenze del pubblico, lo stesso non si può dire del corpo umano.
Numerosi studi dimostrano che gli obesi hanno una maggior predisposizione a malattie cardiovascolari e autoimmunitarie, come l’aterosclerosi e il diabete di tipo II, ad alcune forme tumorali e a malattie neurologiche come l’Alzheimer e, in alcuni casi, anche l’anoressia.
Il numero elevato di soggetti interessati, le conseguenze sulla vita quotidiana e sulla salute rendono l’obesità un problema sociale importante. Infatti, oltre un quarto della spesa nazionale americana per la salute fa capo a voci che riguardano il trattamento dell’obesità. Infine, chi lo ha provato sulla propria pelle ne è ben cosciente: è una condizione molto difficile da trattare, con una percentuale di successo che oscilla tra il 5 e il 10%, decisamente inferiore alla guarigione per malattie tumorali.
Queste e altre necessità, rendono necessaria l’introduzione di nuove terapie, non invasive, più efficaci ed economiche, in modo da permettere ad un più ampio numero di persone di tornare al proprio peso forma. Oltre, naturalmente ad una sempre attuale necessità di diffondere stili di vita e alimentari che prevengano, per quanto possibile, questa condizione.