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Emergenza obesità: come tornare in forma

Emergenza obesità: come tornare in forma

Il 44 per cento degli italiani over 18 ha problemi, più o meno preoccupanti, con la bilancia. Solo negli ultimi cinque anni gli obesi sono cresciuti del 9 per cento. I consigli dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica

famiglia sovrappeso (Botero) «Sta succedendo quello che è accaduto sul Titanic. Il transatlantico imbarcava acqua e l’orchestra continuava a suonare. Gli italiani ingrassano sempre di più e sembra che nessuno se ne interessi troppo. Le malattie metaboliche legate all’obesità e al sovrappeso aumentano e i cittadini, invece di preoccuparsi delle cause, si preoccupano solo di come curarle. Inoltre, il Servizio sanitario nazionale sa bene che obesità e sovrappeso stanno diventando un’emergenza, ma si interessa più delle conseguenze che della prevenzione. Manca soprattutto la “scialuppa di salvataggio”, che è rappresentata dai Centri di dietetica e nutrizione clinica». Questa l’analisi amara di Giuseppe Fatati, presidente dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) e coordinatore del progetto «Obesity day», che il 10 ottobre di ogni anno mette a disposizione gratuita di chi è in sovrappeso circa 200 Centri di dietetica e nutrizione clinica in tutta la Penisola.

Professor Fatati, chi è l’italiano in sovrappeso o addirittura obeso?

È un italiano sedotto. E traditore. Sedotto perché ogni giorno è bombardato dai messaggi della pubblicità che inducono al consumo. Quando si reca al supermercato è circondato da prodotti alimentari invoglianti, soprattutto a basso costo; trova addirittura tavole calde che consentono di mangiare mentre fa la spesa. Proprio nel supermercato nasce il “carrello inconsapevole”: spesso è carico di prodotti che finiranno fra i rifiuti (l’Italia è uno dei Paesi che producono più scarti alimentari). Ma l’italiano è sedotto anche dai nuovi prodotti pubblicizzati come “potenziati”, perché includono nuove sostanze salutistiche. Un’altra seduzione, da molti sottovalutata, è quella delle sagre paesane: il cibo tradizionale, dei nonni, si traduce spesso in grandi abbuffate con conseguente aumento del peso.

E perché è un traditore?

Perché tradisce i suoi stessi buoni propositi. «Da lunedì, dieta», è l’intento più gettonato e più tradito. E quello che fa più ingrassare. Perché, in vista del fatidico lunedì, si trascorre un fine settimana senza freni a tavola. Quando arriva lunedì si inizia effettivamente la dieta che, generalmente consiste in un’alimentazione “da fame”, perché è un regime fai-da-te molto poco equilibrato. E difficile da sostenere. Così, quando arriva venerdì sera, la vince sui buoni propositi e si tradisce se stessi. Pronti a dire: «Lunedì, dieta». E intanto la bilancia sale. È un circolo vizioso.

PenelopeIl comportamento dell’italiano davanti al problema dieta è quindi altalenante: sfiora la nevrosi?

Quando ho davanti un paziente “traditore” gli dico, ironicamente, che è affetto dalla “sindrome di Penelope”. Come la moglie di Ulisse, la mattina fa e la sera disfa. Di lunedì inizia, di venerdì rovina tutto. Al mattino fa una colazione minima, salta il pranzo e alla sera, aggredito dalla fame, esagera. Prima dell’estate si mette a stecchetto per la “prova costume” e durante le vacanze si rifà di tutti i sacrifici patiti prima delle vacanze. E, come Penelope aspetta il ritorno di Ulisse, il paziente “traditore” aspetta invano il ritorno della forma perduta. Inoltre, sempre come Penelope che crede nel “miracolo” del ritorno del marito, così il paziente “traditore” crede in tutti coloro che gli propongono la dieta miracolosa. Anche quella, puntualmente, tradita e disattesa.

A proposito dell’estate, quest’anno come è andata?

Purtroppo come sempre. Un’occasione perduta. Ogni estate l’italiano aumenta di peso. E pensare che tra aprile e maggio si accende il buon proposito della dieta. O meglio, l’ansia della “prova costume”. E così: dieta, palestra, sana alimentazione. Per un mese o due al massimo. Si perdono quei 3-4 chili di troppo, si rientra nel costume dell’anno precedente o comunque si ha l’illusione di essere tornati in forma. E allora, in vacanza, c’è quasi la scusa per lasciare andare. Si mangia di più e male. Tanto che, a settembre, tornati a casa si ha l’amara sorpresa, salendo sulla bilancia, che non solo si sono ripresi i chili persi con la dieta “pre-estate”, ma se ne è acquistato qualcuno in più. Un ricordo dalle vacanze…

Passano gli anni e il «7 chili in 7 giorni» non tramonta. Come mai l’italiano insegue sempre il miracolo?

Cerca il miracolo perché è la via più breve. E allora si affida agli effetti miracolosi di alimenti che, ad esempio, fanno abbassare il colesterolo, dimenticando che sono pur sempre alimenti. E poi cerca il miracolo in palestra. E lo potrebbe trovare se solo, ancora una volta, non rispondesse al richiamo delle vie brevi. Preferisce fare pesi o affidarsi ai macchinari piuttosto che sottoporsi a una lezione di ginnastica. Gli esercizi eseguiti con i pesi, sotto sforzo, sono anaerobici e cioè mandano in debito di ossigeno l’organismo. Al contrario, una lezione di ginnastica aerobica fa produrre più ossigeno, a tutto vantaggio della linea. E questo perché l’ossigeno aiuta a bruciare il grasso in eccesso.

bistecca e insalataLei ha accennato al “miracolo” cercato negli alimenti…

Sì, è la caccia al miracolo più pericolosa. C’è gente che crede alle diete basate su un solo alimento. Durano qualche giorno, fino a quando il piatto viene a nausea e la dieta è abbandonata. Quando si segue una dieta iperproteica, ad esempio, il pericolo è di entrare nel tunnel della «chetoacidosi», che è una malattia legata, appunto, all’assunzione di troppe proteine. Bistecca e insalata per qualche giorno vanno bene, ma non possono essere l’unica alimentazione. Pericoloso per la dieta è anche mozzarella e insalata, perché questo formaggio fa ingrassare. Altro alimento da tenere d’occhio è la birra, soprattutto quando è ad alta gradazione alcolica. Si crede che una lattina di birra equivalga a un bicchiere di vino. Non è così. Perché un bicchiere di vino è di 150 cc mentre una lattina di birra è di 300 cc e contiene molto alcol.

Siamo bombardati da messaggi pubblicitari che ci offrono pillole per dimagrire, tutte naturali, acquistabili senza ricetta medica. C’è da crederci?

No. L’unico modo per dimagrire è seguire un’alimentazione equilibrata e adeguata. E fare attività fisica. Esistono farmaci che aiutano a dimagrire, ma devono essere somministrati in casi particolari e sotto stretto controllo del medico. Il sovrappeso e l’obesità non sono solo questioni estetiche: sono soprattutto problemi di salute. E come tali vanno approcciati anche nelle terapie. Le pillole dimagranti da erboristeria o acquistabili via internet e via telefono spesso fanno dimagrire solo i conti in banca di chi li acquista.

I mass media presentano in continuazione modelli della linea ideale. Eppure sono sempre più lontani dalla realtà…

Per di più sono modelli che fanno presa soprattutto tra i giovani, che per raggiungere l’obiettivo però non seguono un percorso corretto: saltano i pasti, mangiano alimenti che credono siano meno calorici e, come abbiamo detto prima, diventano seguaci fanatici dell’alimento unico. Fra gli adulti i più attenti alla dieta sono le donne e gli uomini in carriera. Le prime tengono sotto controllo il peso, ma mangiano in maniera disordinata e quindi non sempre ottengono vantaggi; i secondi per raggiungere il peso forma si scatenano in palestra, soprattutto nel fine settimana, con un grave danno per l’organismo.

cane a passeggioIn questa Italia che assomiglia al Titanic che responsabilità hanno i giovani?

Grande. La novità degli ultimi anni, infatti, è la crescita di peso degli adolescenti e dei giovani adulti. Basti pensare che negli Stati Uniti la linea dell’aspettativa di vita, che in passato ha avuto un’impennata, adesso si è fermata. Perché sono diventati adulti quelli che erano grassi sin da giovani. In Italia non siamo ancora in questa situazione ma, se le cose non cambiano, fra vent’anni anche da noi si abbasserà l’aspettativa di vita media. Ci si chiede: come mai i giovani si nutrono così male? Seguono sì il branco e i modelli, ma soprattutto rispecchiano le cattive abitudini dei genitori, che in genere fanno una rapida colazione, a pranzo mangiano fuori casa, a cena si abbuffano. Inoltre sempre più spesso vengono messi a tavola cibi precotti. E, dopo l’ultimo boccone, i ragazzi si piazzano davanti alla tv senza pensare nemmeno che una breve passeggiata sarebbe salutare. Se fosse possibile, andrebbe introdotto un cane in ogni famiglia per “farsi portare” a passeggio dopo cena.

Ormai l’obeso è preso di mira. Ma tutti gli obesi vanno penalizzati?

Certamente no. Attenti a non cadere nel luogo comune che chi è obeso lo è perché mangia troppo. Non è necessariamente così. L’obeso è un individuo che mangia troppo per quello che consuma. Non dobbiamo poi dimenticare che ci sono persone che geneticamente tendono a ingrassare.

contadinaCom’era la situazione in passato?

Anche nel passato, ovviamente, c’erano le persone più o meno grasse. Ma erano differenti. Una donna oggi mangia molto meno di quanto mangiasse sua nonna, eppure è più grassa perché è cambiato il “tono muscolare”, dato che la sedentarietà è ormai la norma. Più in generale un tempo si mangiava di più, tranne periodi storici di difficoltà, e certo non si parlava di dieta. Ma non c’era neppure il bisogno di andare in palestra: si camminava tanto, si faticava tanto, si lavorava tanto. E si consumava di più. Le donne erano, più che grasse, imponenti. Con qualche chilo di troppo, ma toniche. Oggi il grasso, negli uomini e nelle donne, è flaccido. Ed è un tipo di grasso molto più difficile da mandare via.

In conclusione, qual è la ricetta?

Non basta puntare su una prevenzione affidata a messaggi più o meno convincenti. La prevenzione vera consiste nel sottoporsi a visite e controlli specialistici, rivolgendosi a persone qualificate come quelle che operano nei Centri di dietetica e nutrizione clinica. E questo perché, per dimagrire, bisogna seguire un percorso che è soprattutto di rieducazione all’alimentazione, oltre che al comportamento in generale. Naturalmente questi Centri vanno potenziati con personale adeguato e pubblicizzati all’interno delle strutture pubbliche, ricordando che tutti gli interventi sono gratuiti. Il primo passo verso il recupero della forma perduta dunque è recarsi  in uno dei centri dell’Adi che aderiscono all’Obesity day in tutta Italia.

Per ulteriori informazioni  visitare  il sito: www.obesityday.it.

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