Il motore della missione
I generatori termoelettrici al radioisotopo RTG, (Radioisotope Thermoelectric Generators) sono la sorgente di energia della Cassini. Gli RTG sono sistemi di propulsione leggeri, compatti e straordinariamente resistenti. Non sono reattori nucleari e non possiedono parti mobili. Non usano né processi di fusione né di fissione nucleare per produrre energia. Forniscono energia attraverso il decadimento radioattivo del plutonio (per la maggior parte Pu-238). Il calore generato da questo processo naturale viene trasformato in elettricità da convertitori termoelettrici a stato solido.
Gli RTG sono una vecchia conoscenza dei voli spaziali: sono stati usati con successo per le missioni Apollo sulla Luna e Viking su Marte e per le esplorazioni delle Voyager e della Pioneer-11 dei pianeti del Sistema Solare esterno. Più recentemente sono stati impiegati nella missione Galileo verso Giove e nella missione Nasa/Esa Ulysses intorno al Sole. All’epoca del lancio, ci furono notevoli polemiche circa il loro utilizzo quindi si temeva una contaminazione radioattiva.
E questa possibilità, secondo alcuni, non era limitata al solo lancio, poiché per intraprendere il loro viaggio la Cassini-Huygens avrebbe sorvolato la Terra a distanza ravvicinata. Era il 1997 e la lezione di Chernobyl era ancora ben presente.
In realtà test hanno dimostrato che gli RTG possono sopportare condizioni fisiche estreme, considerando anche le misure di sicurezza che vengono adottate nella loro costruzione.
Infatti il carburante è costituito da barre di plutonio distribuite in 18 piccole e indipendenti unità modulari, ognuna con il proprio scudo termico e guscio d’impatto. Questa attenzione rende assai improbabile, in caso di incidente, il coinvolgimento di tutti i moduli, riducendo il rilascio dell’elemento radioattivo. L’elemento radioattivo, poi, possiede una bassa reattività chimica, risultando altamente insolubile: se si spezzasse, tenderebbe a rompersi in grandi particelle non respirabili.
