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La missione BepiColombo

La missione BepiColombo

La missione spaziale BepiColombo (il lancio è previsto per il 2012) porta il diminutivo del Professore Giuseppe (Bepi) Colombo, specialista di meccanica celeste e risonanze orbitali e risulta essere una “pietra angolare” per quanto riguarda l’esplorazione fisica del pianeta Mercurio, il più vicino al Sole, ma anche il meno studiato.

Questa missione per l’ESA risulta essere una “pietra angolare” per quanto riguarda l’esplorazione fisica del pianeta Mercurio, il più vicino al Sole, ma anche il meno studiato.

Bepi

In passato solo il Mariner 10, negli anni 1974 e 1975, trasmise i risultati di 3 sorvoli a qualche milioni di chilometri dalla superficie dopo di che nessuna sonda vi ritornò.

La NASA (l’Agenzia spaziale americana) ha in programma una missione nominata Messenger (Mercury Surface, Space Environment, Geochemistry, and Ranging) che dovrebbe essere lanciata il 10 marzo 2004 per entrare in orbita attorno a Mercurio il 6 aprile del 2009 dopo due sorvoli di Venere e due sorvoli di Mercurio; il suo compito principale sarà di terminare la cartografia e delle analisi sulla composizione dell’atmosfera e della superficie tramite uno spettrometro.

La missione BepiColombo, ben più ambiziosa, sarà composta da tre sonde: due orbitanti attorno al pianeta ed una che scenderà sulla superficie.

La prima sonda MPO (Mercury Planetary Orbiter), in orbita quasi circolare sarà dedicata allo studio della superficie e delle immagini. La seconda sonda MMO (Mercury Magnetospheric Orbiter), in orbita ellittica, sarà dedicata alle misure del plasma magnetosferico ed al vento solare. Il lander MSE (Mercury Surface Element), ovvero quella componente che atterrerà sul pianeta, includerà anche un micro rover ed un perforatore per studiare la composizione del pianeta.

Una originalità della missione sarà l’utilizzo di un sistema di propulsione ionica (motori a ioni, nei quali delle celle solari alimentano un getto di ioni che fornisce la spinta al veicolo), che permetterà di accorciare significativamente i tempi della traiettoria dalla Terra a Mercurio che sono stimati di 3,5 anni contro i 5 anni della missione Messenger.

La sonda una volta arrivata a destinazione sarà in grado di studiare il pianeta con le sue tre componenti in modo completo dalla superficie all’esosfera ed esaminare la magnetosfera ed il vento solare.

Il nome della missione

Durante l'incontro del Science Programme Committee dell’ESA a Napoli, nel 1999, venne deciso di chiamare con il nome attuale la missione verso Mercurio in onore dei risultati ottenuti dal Professor Giuseppe Colombo specialista di meccanica celeste e risonanze orbitali.

Mercurio è un pianeta interno, il più vicino al Sole, e durante le condizioni osservative più favorevoli della sua superficie il suo diametro angolare apparente risulta dai 5 ai 10 secondi d’arco, corrispondenti ad un diametro di 4878 Km, solo il 40% in più della Luna; è quindi difficile identificare e seguire le strutture della superficie. Giovanni Schiapparelli nel 1880 immaginò che Mercurio presentasse sempre la stessa faccia verso il Sole, ma questa ipotesi di rotazione sincrona fu rigettata nel 1962, tramite misure nel radio della temperatura.

Tramite misure radar con il telescopio di Arecibo, negli anni settanta si determinò il periodo di rotazione che è di 58,65 giorni. Il Professor Colombo identificò e spiegò la risonanza della rotazione e della rivoluzione attorno al Sole di 87,97 giorni.

Il prodotto di questa risonanza è che un giorno su Mercurio dura due anni mercuriali, ovvero 176 giorni terrestri.

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