Dalla storia ad oggi: dai musei agli Science Center
Siamo nell’immediato dopoguerra, oltreoceano, negli Stati Uniti. La potenza delle bombe atomiche cadute su Hiroshima e Nagasaki ha ammutolito gran parte dell’opinione pubblica mondiale. Al mondo intero è ormai chiaro il potenziale distruttivo dell’uomo che può distruggere se stesso e l’intero pianeta; la scienza e la tecnica che dovrebbero essere al servizio dell’uomo mostrano il loro lato oscuro. La Fisica in particolare, esce sconfitta da questa prova: Enrico Fermi e tutto il folto gruppo di scienziati e di tecnici che hanno fatto parte del progetto Manhattan per la realizzazione tecnico-scientifica della bomba hanno poco da festeggiare proprio a causa della loro bravura; negli anni che seguono molte persone tendono ad accogliere con freddezza ogni iniziativa che abbia a che fare con la scienza. Il progetto Manhattan vedeva coinvolto, tra gli altri, anche il fisico Robert J. Oppenheimer che ha un fratello, Frank, a sua volta fisico.
Questi entra in contatto con Richard Gregory, che nella sua vita si occupa di percezione umana, in occasione di una lettura pubblica immediatamente dopo l’apertura di una specie di museo che si chiama Exploratorium:
Ma che cosa ha in mente Oppenheimer? E che cosa vuol essere l’Exploratorium?
Per questo motivo nascono gli
Il Museo che non si chiamerà più così ma diventerà Science Center ovvero un luogo in cui – al contrario di quanto accade per i musei tradizionali – il motto sarà «vietato NON toccare», secondo quella che al giorno d’oggi è diventata una vera e propria categoria con cui classifichiamo i musei:
L’idea di Oppenheimer è stata senz’altro originale e, se lo scopo è stato – anche solo in parte – quello di riavvicinare le persone (soprattutto le giovani generazioni) alla scienza, è senz’altro riuscito: l’idea dell’Exploratorium è stata esportata ed ‘adottata’ in molti luoghi del vecchio e del nuovo continente, mentre l’Exploratorium stesso evolve inglobando oltre agli scienziati, artisti ed artigiani che costruiscono nuovi exhibit, migliorano e curano la manutenzione di quelli esistenti, spesso lasciando aperta la porta di queste aree-laboratorio, inizialmente off limits per il pubblico. Lo stesso Gregory, sulla scorta dell’esperienza fatta con Oppenheimer, inaugurerà dieci anni dopo in Gran Bretagna l’Exploratory, confluito recentemente in @Bristol.