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La storia della Radio e della Televisione italiana sono oggi online

Dal telegrafo alla Tv digitale, la storia della comunicazione contenuta nel Museo della Radio e della Televisione Rai di Torino è visitabile oggi anche con un semplice click.

Dagli apparati telegrafici risalenti alla metà del XIX secolo alla nascita della radiofonia italiana, dal primo televisore racchiuso in uno schermo di pochi centimetri alla Tv digitale. Museo della Radio e della Televisione

Al Museo della Radio e della Televisione Rai di Torino questi pezzi di storia della comunicazione provenienti dal patrimonio degli archivi RAI raccontano la storia aziendale e il suo stretto legame con la storia sociale e l’evoluzione tecnologica del Paese.

La collezione comprende circa 1200 cimeli, materiali e apparati tecnico-professionali e di uso domestico, esposti lungo un percorso cronologico che mostra lo sviluppo delle dimensioni e delle modalità di comunicazione dall’800 alla rivoluzione digitale.

La sala che ospita il Museo è dedicata alla memoria del torinese ing. Enrico Marchesi, pioniere della radiofonia italiana e primo presidente dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), e si trova inserita all’interno del contesto produttivo del Centro di Produzione Televisivo e Radiofonico della RAI in via Verdi. Il Museo è visitabile su prenotazione nei giorni feriali dalle 9 alle 19, con ingresso gratuito.

Ma dal febbraio 2011 il Museo è anche virtuale. Il sito www.museoradiotv.rai.it realizzato da Rainet, in collaborazione con i Servizi Tecnici del Centro di Produzione Tv Rai di Torino e della Bibliomediateca, permette di visitare il Museo navigando tra diverse le sezioni.Collezione Museo RAI

Il visitatore viene guidato lungo la storia del Museo, che ne racconta la nascita e lo sviluppo dal 1939, anno del primo progetto di realizzazione, ad oggi.

Attraverso descrizioni, foto e filmati è possibile visionare, esposti nelle vetrine del Museo della Tv e della Radio, modelli e cimeli originali riguardanti le grandi invenzioni realizzate a partire dal XIX secolo.,  Diversi tipi di apparati telegrafici, come l’apparato telegrafico scrivente Hughes del 1855 e le invenzioni di Thomas Alva Edison, che nel 1877 brevettò il fonografo a cilindro; la ricostruzione del trasmettitore usato da Guglielmo Marconi per il primo esperimento di Pontecchio nel 1895, oltre a vari tipi di ricevitori radiotelegrafici dei primi anni del Novecento. Le importanti innovazioni tecnologiche nel campo delle trasmissioni radio degli anni Venti; il progressivo affermarsi della radiofonia italiana, con la costituzione della U.R.I. (Unione Radiofonica Italiana) il 27 agosto 1924, trasformata in EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche nel 1927; il Museo conserva il primo microfono della radiofonia italiana, risalente proprio al 1924; e diversi modelli di radio degli anni trenta.

E ancora, la storia dell’ EIAR, che nel 1944 prende il nome di RAI - Radio Audizioni Italia; le telecamere delle Monoscopio Museo RAIprime trasmissioni tv e numerosi modelli di apparecchiature domestiche degli anni cinquanta e sessanta. Fino all'integrazione tra informatica e telecomunicazioni dei giorni nostri, alla Tv  caratterizzata dalla globalizzazione dell’offerta, dalla multimedialità e dall’interattività.

Nel sito è anche presente la sezione “come funziona?”: alcuni video svelano il funzionamento di apparecchiature come il registratore magnetico Lorenz del 1935, del “cinguettio”, il segnale di intervallo che per anni ha accompagnato le trasmissioni radiofoniche, un congegno meccanico ideato per segnalare ai tecnici della radiofonia il momento nel quale si dovevano effettuare le manovre di collegamento a una sorgente di trasmissione radiofonica diversa dalla precedente; o la prima telecamera a colori, la RCA TK-40, datata 1953 e realizzata negli Stati Uniti. 

Il link alla Bibliomediateca Rai di Torino permette, inoltre, di accedere all’archivio contenuto nel Catalogo Multimediale di Rai Teche, con oltre un milione e mezzo di ore di programmi radio e tv, oltre a 40 mila foto, 10 mila spot e migliaia di manifesti pubblicitari, tutti digitalizzati. 

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