Dossier

"It's like if": il potere degli exhibit negli science center e nei musei, tra immersione e illusione

Dal semplice al complesso tra illusione e immersione

La genesi di questa alternativa al museo tradizionale ha, come abbiamo visto, un’impronta legata agli interessi dei due fondatori Gregory ed Oppenheimer: la percezione.

Già all’inizio del ‘900 cominciava a diffondersi negli Stati Uniti l’uso dei diorama , ovvero di uno sfondo che – come una sorta di trompe l’oeil – creasse l’illusione di un ambiente nel quale contestualizzare gli oggetti esposti e servisse ad attirare l’attenzione del visitatore.

Diorama delle Alpi Bavaresi Molto è stato detto su questa ‘tecnica’ e anche recentemente ne è stata brillantemente discussa l’utilità e l’importanza, al punto che ‘illusione’ deve diventare ‘immersione’, anche se, ovviamente, i due aspetti restano profondamente distinti: per illusione intendiamo una interazione che illude i nostri sensi e le nostre percezioni (in questo senso la realtà virtuale continua ad essere una illusione), mentre per immersione si intende il nostro essere calati fisicamente in una situazione.

"Una mostra scientifica essenzialmente consiste nell'esibizione di oggetti reali e di esperimenti. Si tratta quindi di un "concentrato di realtà" inserito nella sua ambientazione naturale e riorganizzato con intelligenza ed eleganza. Parte del lavoro di un museologo è quindi quello di creare nuove ambientazioni, più attraenti in alcune sezioni piuttosto che in altre. Noi esponiamo gli aspetti generali e alcune soluzioni specifiche nelle seguenti aree: una foresta pluviale amazzonica, un naufragio, una collezione di fossili di insetti dell'era oligocenica, la caduta di meteoriti, una epidemia infettiva, riflessioni forme vitali e inerti sulla Terra e sulle grandi rivoluzioni nella storia della fisica". (Jorge Wagensberg - 2003)

Suggerimenti