Dossier

Lotta antiparassitaria: tecniche e prodotti nuovi con il contributo dei centri di ricerca piemontesi.

Un esempio di prove sperimentali su di un coadiuvante

Verso la fine dell’800 la viticoltura europea venne minacciata da due gravi fitopatie, entrambe di origine americana: la peronospora ed il marciume nero della vite. In modo casuale si scoprì che una miscela di calce di solfato di rame, utilizzata sulle piante più esterne dei filari per dissuadere i ladri, aveva un effetto protettivo sulle piante irrorate.

Infezione da Plasmopara viticola su grappolo Da allora i sali di rame sotto diverse formulazioni sono utilizzati come anticrittogamici soprattutto nella difesa dalla peronospora, anche se si è osservato come questo elemento esplichi un'azione secondaria anche contro altre avversità della vite. "L'effetto tossico del rame si esplica in una denaturazione aspecifica di enzimi e proteine. Si ipotizza che il rame possa interferire sui processi di trasporto delle membrane cellulari ed inibire i processi ossido riduttivi agendo a livello dei gruppi solfidrilici degli enzimi. Il fatto che il rame non esplichi tale azione tossica su piante superiori ed insetti sarebbe imputabile alla mancata assunzione del metallo da parte di questi" (da http://bionet.stm.it/info/cuprici.htm). Per le proprietà antiparassitarie i prodotti a base di sali rameici sono utilizzati non solo sula vite ma su tutte le piante che possono essere colpite dalle peronosporacee: agrumi, ortaggi a frutto (pomodoro, peperone, melanzana) e ortaggi a foglia (spinacio, insalata), ortaggi a foglia (spinacio, insalata) ortaggi a bulbo (cipolla, aglio), legumi, ecc.

Recentemente i trattamenti anticrittogamici con sali rameici vengono addizionati con un prodotto, a base di olio di soia, che ha la funzione di coadiuvante del prodotto chimico. Ciò significa che viene migliorata la distribuzione della miscela e ne viene aumentata l’efficacia. Ma non solo. E’ possibile ridurre i dosaggi dell’anticrittogamico e diminuire così sensibilmente gli effetti fitotossici del rame sulle parti vegetative della pianta trattata.

Il Crop Protection Technology del DEIAFA, Sezione di Meccanica, Università di Torino, ha effettuato prove in laboratorio, in serra e in pieno campo per indagare qual è il meccanismo d’azione del composto oleoso. I risultati della sperimentazione, durata due anni, hanno evidenziato alcune positive caratteristiche del prodotto: è in grado di aumentare le dimensioni delle gocce della miscela anticrittogamica quando arrivano sul bersaglio, così da ridurne l’evaporazione dalla superficie trattata ed aumentarne la quantità che persiste. Poichè il coadiuvante risulta molto efficace quando le miscele sono somministrate con gocce fini, risulta anche utile nell’ ampliare la superficie di contatto sugli organi irrorati. Ed infine è in grado di ridurne la volatilità – la tendenza ad evaporare - e di contenere l’effetto deriva del prodotto, che procurano inconvenienti sull’ambiente circostante, soprattutto sul terreno. Una garanzia di efficacia in più per un prodotto che potrà permettere di realizzare un minore inquinamento ambientale preservando la qualità delle uve e che, per le sue caratteristiche di origine, è già consentito per la difesa della vite coltivata con metodo biologico.

Per approfondimenti http://www.arsia.toscana.it/eventiold/fito2006/firenze11042006/Fitoil.pdf

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