Dossier

Lotta antiparassitaria: tecniche e prodotti nuovi con il contributo dei centri di ricerca piemontesi.

Malerbe ed erbicidi

Cinquant’anni or sono era usuale vedere i campi di grano cosparsi di macchie rosse e blu: papaveri e fiordalisi. Un effetto cromatico piacevole, segnale dell’imminenza della stagione estiva. Allora come adesso papaveri e fiordalisi fanno parte della categoria delle malerbe o infestanti, piante che cioè crescono insieme alle coltivazioni e creano danni alle produzioni finali. La chimica di sintesi da oltre cinquant’anni sforna prodotti efficaci contro questi ospiti indesiderati, cercando di limitare gli effetti dannosi sulle colture. L'infestante Alopecurus myosuroides Purtroppo i trattamenti con erbicidi hanno un forte impatto sull’ambiente, in particolare su terreno ed acqua. Ad esempio, l’Atrazina è un erbicida ad assorbimento radicale che è stato introdotto sul finire degli anni ’50 per combattere le infestanti del mais. Dal 1992 il suo impiego è vietato in Italia dopo la rilevazione di numerosi casi di contaminazione delle falde idriche.

Come per i parassiti animali, anche per le piante infestanti è normale il verificarsi di fenomeni di resistenza, grazie ai quali alcuni individui di una popolazione trattata con erbicidi mediamente efficaci riescono a sopravvivere e riprodursi. Per ovviare a questo problema, non è purtroppo insolito che il coltivatore ricorra ad altri tipi di erbicidi o ad altri sistemi di lotta, con esiti incerti e a volte completamente inefficaci.

Il meccanismo è diventato così comune che oggi nella sola Europa sono 23 le nazioni dove è riscontrata resistenza agli erbicidi che, nella maggior parte dei casi, sono riconducibili a tre soli gruppi chimici. Le specie in cui si è manifestata resistenza sono circa sessanta, numero che ha subito un incremento del 10% nei soli ultimi cinque anni. Butomus umbellatus infestante del riso In Italia il fenomeno è ancora poco sviluppato: al momento si sono identificati 15 biotipi resistenti, appartenenti a 12 specie di infestanti, in particolare del riso e del grano duro, con localizzazione in 15 regioni.

La ricerca scientifica è perciò particolarmente attiva in questo settore, con nuovi indirizzi per migliorare l’ efficacia della lotta alle infestanti e aumentare la sicurezza delle piante coltivate e la salvaguardia dell’ambiente. Le linee seguite puntano sulla definizione di nuove sostanze attive, sulla interazione tra lotta chimica e gestione delle colture, sulla selettività di prodotti adatti a specifiche tecniche colturali.

Al lavoro sul problema delle infestanti c’è ad esempio il Gruppo di Ricerca in “Malerbologia” della Facoltà di Agraria di Torino, attivo soprattutto nello studio del comportamento biologico delle malerbe e del controllo delle infestanti con mezzi integrati e non-chimici.

L’Unione Europea, vista la rilevanza del problema, ha previsto di finanziare un progetto che punta ad aumentare la sostenibilità del settore della protezione delle colture, affinché venga gestito in modo da soddisfare le esigenze odierne senza compromettere le risorse naturali di base che dovranno servire alle generazioni future. Alla base del progetto ci sarà la massima diffusione nel mondo agricolo delle conoscenze tecniche sui sistemi colturali – difetti delle monocolture, benefici delle rotazioni, utilizzo di sistemi di lotta integrata – più adatti a contrastare la crescita delle resistenze tra la specie infestanti.

Per approfondimenti: http://www.agroselviter.unito.it/weed/presit.htm

http://www.agr.unifi.it/materialedidattico/INFESTANTI3P.pdf

Per approfondimenti su legislazione europea: http://eur-lex.europa.eu/Notice.do?val=452396:cs&lang=it&list=453132

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