Dossier

La storia dei poliedri

Kepler e il Sistema Solare

Alla fine del 1500 con Johannes Kepler (1571-1630) lo studio dei poliedri venne applicato all’astronomia.Kepler - Sistema Solare

Nel 1594, ancora studente di Teologia all’Università di Tubinga, aveva accettato l’incarico di professore di matematica e astronomia alla Stiftsschule protestante di Gratz. Il 9 luglio dell’anno successivo, mentre stava spiegando ai suoi allievi le congiunzioni di Giove e Saturno, rimase colpito dal disegno che aveva tracciato sulla lavagna: una circonferenza in cui era inscritto un triangolo equilatero, al cui interno era iscritta un’altra circonferenza, quali elementi risultanti delle posizioni dei pianeti tra di loro.

Costatato però che per i restanti pianeti non vi erano corrispondenze analoghe tra altre figure piane regolari e le circonferenze inscritte e circoscritte, Kepler rivolse la propria attenzione alle figure regolari solide.

Queste, poste l’una all’interno dell’altra, con le sfere loro inscritte e circoscritte, gli permettevano la determinazione delle orbite dei sei pianeti allora conosciuti (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove e Saturno), che si accordavano perfettamente alle misurazioni astronomiche da lui compiute.  Il fatto poi che i solidi regolari fossero solamente cinque dava Keplero - Sistema Solaremaggiore enfasi a questa coincidenza.

Questa teoria, alla cui base era anche la visione eliocentrica dell’universo, venne pubblicata nel Mysterium Cosmographicum nel 1596.

In particolare la costruzione data dal matematico collocava il Sole al centro delle orbite dei pianeti, che gli ruotano attorno. La prima orbita, quella di Mercurio, viene definita come una circonferenza della sfera inscritta nell’ottaedro; nella circonferenza che invece circoscrive questo solido sta l’orbita di Venere. La Terra si trova invece nella sfera che circoscrive l’icosaedro, mentre in quella che circoscrive il dodecaedro sta Marte, in quella del tetraedro Giove e infine in quella del cubo Saturno.

 

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