Dossier

La storia dei poliedri

I poliedri nella geometria preuclidea

Platone (428 a.C.-348 a.C.), nel libro VII della Repubblica, dopo aver spiegato i principi che il filosofo giudica i migliori per la costruzione di uno Stato giusto e armonico, elenca tra le discipline che devono formare i giovani alla Dadi a forma dodecaedricafilosofia, oltre alla matematica e alla geometria, una scienza dal “fascino straordinario, quella che include i cubi e le figure dotate di profondità”. Ma al di là di queste prime affermazioni, è il Timeo, dialogo della vecchiaia del “creatore di matematici”, il più antico scritto giunto fino a noi in cui si menzionano i cinque poliedri regolari.

Tuttavia, ci sono delle ragioni che portano a pensare che lo studio dei cinque solidi regolari risalga ad un’epoca precedente: alla Scuola Pitagorica.

Infatti nel Riassunto di Proclo (V sec. a.C.) si attribuisce alla Scuola Pitagorica il primato dello studio delle “figure cosmiche”, ovvero, dei poliedri regolari.

Cristalli di piriteInoltre nel 1885 è stato rinvenuto, vicino a Padova, un dodecaedro in pietra di origine etrusca, risalente quindi ad un periodo anteriore al 500 a.C. Nella civiltà etrusca si utilizzavano i dodecaedri di pietra come dadi nei giochi d’azzardo ed essi avevano un significato religioso. Nulla impedisce di pensare che la Scuola Pitagorica, venuta a contatto con la civiltà etrusca, abbia avuto il merito di trattare il problema della costruzione del dodecaedro da un punto di vista geometrico.

Inoltre in Sicilia vi è una presenza rilevante di pirite, un minerale di zolfo che, cristallizzandosi, assume la forma del pentagono dodecaedro, che è un poliedro non regolare, ma con una struttura del tutto analoga a quella del dodecaedro.

L’osservazione di questa forma di cristallizzazione potrebbe aver suggerito ai matematici della scuola di Pitagora l’idea di costruire un solido analogo, ma con tutte le caratteristiche di regolarità.

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