Dossier

L'universo in evoluzione di Edgar Allan Poe

La legge di Hubble

Poe sostiene che con la frammentazione della Particella Primordiale la materia è stata La galassia a due componenti NGC4650A, nel Centauro, ripresa dal VLT dell’ESO. distribuita uniformemente nello spazio, un’ipotesi che ritiene confermata dalle osservazioni.

In questo caso, però, Poe forza decisamente i dati per sostenere le proprie idee: le stelle sono infatti concentrate sul piano della Via Lattea, e le galassie esterne sono meglio visibili lontano dal piano, a causa dell’assorbimento della luce da parte di gas e polveri, un fenomeno di cui allora gli astronomi non erano consapevoli. D’altronde, non è forse vero che nel XX secolo gli astronomi hanno voluto vedere nella distribuzione delle galassie una conferma dell'ipotesi di omogeneità anche quando i dati non erano ancora sufficienti per dare una risposta definitiva?

Ma come poteva Poe conciliare la diffusione degli atomi causata dalla forza repulsiva con una distribuzione uniforme? Volendo stabilire una corrispondenza esatta con la forza di gravità, Poe conclude che la forza di repulsione deve essere proporzionale al quadrato della distanza. In realtà per risolvere il problema è sufficiente che la forza di repulsione sia proporzionale alla distanza.

La legge di Hubble Dunque non solo Poe sbaglia, ma se avesse ipotizzato una forza repulsiva proporzionale alla distanza avrebbe compreso che la velocità di allontanamento degli oggetti deve essere essa stessa proporzionale alla distanza. Ma questa non è che la famosa legge di Hubble, che Poe avrebbe potuto predire se avesse trovato la soluzione giusta! In effetti è proprio perché l’espansione segue la legge di Hubble che l’universo rimane uniforme nel tempo (nel senso che la densità diminuisce ma in media rimane la stessa ovunque).

Incidentalmente, l’osservazione appena fatta ci dà la possibilità di chiarire qui un punto spesso frainteso. Come abbiamo visto, la legge di Hubble non è una conseguenza della relatività generale: deriva invece dall’ipotesi che la densità rimanga uguale ovunque durante l’espansione, ipotesi che si mantiene valida sia nella cosmologia newtoniana che in quella relativistica.

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