Dossier

L'universo in evoluzione di Edgar Allan Poe

In conclusione...

Il mio primo obiettivo di questo dossier era quello di rendere comprensibile al lettore moderno la cosmologia di Poe, inserendola nel suo contesto storico. Nonostante le assunzioni metafisiche e il carattere letterario dell'opera, Eureka è un’opera molto interessante dal punto di vista storico e scientifico. Poe è il primo a concepire una cosmologia newtoniana in evoluzione dinamica, con implicazioni che trovano una precisa (e non anacronistica) corrispondenza con la cosmologia moderna.

Lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche Se gli astronomi dell'epoca non presero in considerazione un universo in evoluzione, non fu certo per i limiti della gravitazione newtoniana (che rendeva anzi impossibile descrivere in maniera coerente un universo omogeneo, infinito e statico), ma per le convinzioni filosofiche sulle quali si fondava la loro visione dell'universo, e per i limiti della tecnologia dell'epoca, che non permetteva di sondare l'universo profondo. Solo grazie allo sviluppo della fotografia e della spettroscopia nella seconda metà del XIX secolo, e alla loro applicazione ai grandi riflettori del XX secolo, fu possibile determinare la natura, la distanza e il moto delle nebulose a spirale, dimostrando che l'universo non è statico né eterno (almeno, il nostro universo...).

La visione di Poe, in effetti, ai nostri occhi appare tanto suggestiva e moderna, quanto lontana ci sembra la visione degli astronomi di fine Ottocento e dei primi del Novecento. Ad esempio, la storica Agnes Mary Clerke sintetizzò così la visione prevalente a quell'epoca: “Senza dubbio nessun esperto, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili, può affermare che una qualsiasi nebulosa sia un sistema stellare paragonabile alla nostra Galassia”.

La galassia M31 Naturalmente Eureka non è un trattato scientifico, ma un poema, e Poe ci invita a leggerlo come tale: è un poema affascinante anche per la sua spiritualità, la sua visione unitaria del cosmo che raccoglie numerose suggestioni antiche e moderne.

Poe arriva a sostenere che “Ogni [universo] esiste, a parte e indipendentemente, nel petto del proprio Dio particolare”. Affermazione che gli valse un'accusa di politeismo... come del resto affascinante ma poco ortodossa è anche la nota finale: “Se Dio può essere tutto in tutto, ciascuno, necessariamente, è Dio”.

Il Dio di Poe ha un ben vago legame col Dio cristiano, è un Dio astratto e artista. Poe è guidato da principi estetici e non etici, e concepisce l'Universo come un'opera d'arte di Dio (“the Universe is a plot of God”). Un'opera d'arte ideale è caratterizzata da una coerenza perfetta, poiché “Ora simmetria e coerenza sono termini interscambiabili: così Poesia e Verità sono una cosa sola”.

E ancora : "Una coerenza perfetta non può essere altro che una verità assoluta".

Credo che Albert Einstein, leggendo queste frasi, non possa che averle profondamente apprezzate: coerenza e bellezza sono associate alla descrizione matematica dell'universo. Ma la matematica non è forse la poesia dell'universo?

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