Bioindicatori, preziose sentinelle
Esiste una stretta correlazione tra ogni organismo e l’ambiente in cui vive. Il Professor Depledge del Plymouth Environmental Research Centr
L’osservazione dell’uno – l’organismo - può quindi fornire utili indicazioni nella descrizione dell’altro – l’ambiente -. Le strutture biologiche, ed alcune in particolare, hanno reazioni biochimiche, fisiologiche, morfologiche ai cambiamenti dell’ambiente in cui vivono. Sono perciò utilizzate come indicatori dello stato di salute di una certa situazione ambientale e della sua evoluzione nel tempo.
Per diventare un
Con i bioindicatori è dunque possibile fare una biovalutazione dell’azione che un determinato elemento ha nell’ambiente considerato. E’ comunque da considerare che le risposte fornite non possono avere una precisione simile a quelle fornite dalle rilevazioni strumentali, che restano necessarie, e devono essere interpretate: la vita dell’organismo dipende infatti dall’interazione di tutte le componenti ambientali, alle quali tende ad adattarsi.Di bioindicatori per l’ambiente ne esistono sia nel regno vegetale che nel regno animale, ed anche nel mondo dei microrganismi. Ci sono alcuni esempi di specie diffuse, di facile reperibilità anche per i non addetti ai lavori.
I Chironomidi sono insetti della stessa famiglia delle mosche, sono molto diffusi e per questo facilmente visibili sulla superficie dei corsi d’acqua, degli specchi d’acqua come laghi o anche piscine, lagune di acqua dolce o salmastra. Il
I pesci vivono e si riproducono nell’acqua: chi meglio di loro ne può monitorarne lo stato di salute. La loro presenza può ad esempio indicare se il bilancio richiesta/consumo di ossigeno della comunità biotica di cui fanno parte è in condizioni di equilibrio o non ci siano elementi che lo disturbano. La lamprede (
Se in generale pesci, molluschi e crostacei, sono molto utilizzati per il controllo chimico della contaminazione dei corpi idrici e per lo studio degli effetti biologici indotti a causa della loro interazione continua con l’ambiente circostante, per i vegetali il discorso è più complesso: non possono essere utilizzati come biondicatori selettivi perché interagiscono contemporaneamente con l’ambiente acqua, terra ed aria ed hanno forti variabili stagionali. Le analisi della flora (specie e comunità) consentono perciò di avere piuttosto delle indicazioni sulla qualità generale dell’ambiente. Una specie utilizzata come biondicatore in questa accezione è la cannuccia di palude (
I dati di biovalutazione rivestono dunque un importante ruolo per completare i dati di rilevazione strumentale tradizionali: permettono un confronto nel tempo dei vari parametri osservati ed una correlazione alle variazioni dei fattori ambientali. Nel loro complesso sono il punto di partenza per la definizione degli indici ecologici, oggi indispensabili per inquadrare un’area di osservazione dal punto di vista ambientale.
Per approfondimenti
http://www.flanet.org/download/publications/ricercherisultati/sartori1.pdf
Biomonitoraggio con muschi http://web.infinito.it/utenti/m/moss-bags/introduzione.htm
Funghi come biosensori (Progetto 2 Cebiovem) http://www.cebiovem.unito.it/indexita.html
Funghi simbionti nella biopercezione, nel biorisanamento e nel biomonitoraggio ambientale (Progetto 3 Cebiovem) http://www.cebiovem.unito.it/indexita.html