Dossier

Inquinamento delle acque e possibili rimedi

Inquinanti delle risorse idriche

Sversamenti di petrolio nelle Filippine 2006 L’inquinamento idrico viene definito dal decreto legislativo 152/1999 come “lo scarico effettuato direttamente o indirettamente dall'uomo nell'ambiente idrico di sostanze o di energia le cui conseguenze siano tali da mettere in pericolo la salute umana, nuocere alle risorse viventi e al sistema ecologico idrico, compromettere le attrattive o ostacolare altri usi legittimi delle acque”.

La contaminazione da parte degli inquinanti riguarda sia le acque superficiali che quelle sotterranee, in entrambi i casi ed in modo variabile sono gli scarichi urbani e industriali ed i residui dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura le maggiori fonti d’inquinamento. Gli effluenti urbani, convogliati nella rete fognaria, sono composti per la maggior parte da deiezioni, carta e saponi, ma contengono spesso residui organici, come oli alimentari, residui di medicinali e cosmetici (i PPCP, ovvero Pharmaceuticals and Personal Care Products), oltre a sostanze che derivano dalla corrosione delle tubature o che arrivano nelle fogne dai tombini cittadini per dilavamento dei manti stradali.Corso d’acqua inquinato Le acque provenienti dalle attività industriali, dall’agricoltura e dal dilavamento del suolo contengono inquinanti organici ed inorganici, bioaccumulabili e tossici, i cosiddettiPOPs, acronimo di Persistent Organic Pollutants. Una classificazione degli inquinanti prevede la loro suddivisione in due grandi gruppi: i macroinquinanti e i microinquinanti. Il primo gruppo comprende sostanze che, pur essendo normalmente presenti in un ecosistema, raggiungono, per causa umana, concentrazioni tali da modificarne l’equilibrio o generare tossicità. Ne fanno parte i nitrati, i fosfati, i solfati, ed elementi come magnesio o il sodio quando sono presenti in elevate concentrazioni. Le basse concentrazioni caratterizzano invece i microinquinanti: si tratta solitamente di metalli pesanti e idrocarburi che si liberano nell’ambiente acquatico nel corso dei normali cicli naturali.

Altra cosa sono invece le molecole di sintesi frutto delle moderne tecnologie, di cui si conosce poco niente in termini di tossicità e che sono comunque liberate nell’ambiente nonostante la loro impossibilità ad essere degradate se non in tempi lunghissimi. Tra i numerosissimi inquinanti organici persistenti, la statunitense EPA -Environmental Pollution Agengy- ha individuato un gruppo di prodotti chimici, definiti prioritari, che hanno gravi ripercussioni sul sistema endocrino degli organismi viventi. L’acqua che beviamo Per valutare gli effetti di queste ed altre sostanze chimiche di sintesi l’Agenzia ha avviato un programma denominato “Endocrine Disruptor Screening Program”, che ha il compito di indagare la presenza dei contaminanti non solo nei bacini in cui sversano gli scarichi, ma anche la potenziale presenza nell’acqua potabile, ricerca di cui si occupa specificatamente il programma “Safe Drinking Water Act”. In Europa obiettivi simili sono al centro dei progetti POSEIDON e REACH. Il fronte è dunque compatto per affrontare un’emergenza a livello planetario.

Per approfondimenti

Progetto Poseidon http://poseidon.bafg.de/servlet/is/2884/

Progetto Reach http://ec.europa.eu/environment/chemicals/reach/reach_intro.htm

Programma Endocrine Disruptor Screening http://www.epa.gov/endo/

Programma Safe Drinking Water Act http://www.epa.gov/OGWDW/sdwa/

Istituto per lo studio degli Ecosistemi ISE di Verbania http://www.iii.to.cnr.it/

Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti http://www.ministerosalute.it/sicurezzaChimica/documenti/ConvenzioneStoccolma.pdf

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