L'organizzazione
Il CCR occupa oltre 8.000 mq delle ex Scuderie e Maneggio della Reggia, sui quali ha diritti d’uso per trent’anni; comprende 15 aule per la didattica, 7 per lo studio, i laboratori di restauro e quelli scientifici, l’aula magna da circa 200 posti, la biblioteca, gli uffici amministrativi e le strutture di servizio.
Sono in fase avanzata i lavori di ristrutturazione dell’attiguo ex Galoppatoio «La Marmora», che sarà ristrutturato e che aggiungerà spazi per circa 1000 mq, dove troveranno collocazione gli ampliamenti dei laboratori di restauro. Il programma totale di investimenti per attrezzare i laboratori supera i 2,5 milioni di euro.
La Fondazione, così come previsto dall’art. 2 dello Statuto, si occupa della conservazione del patrimonio culturale, con l’intervento coordinato e integrato delle diverse Unità Operative e cioè:
- laboratori per la conservazione e il restauro, finalizzati a svolgere attività di monitoraggio, prevenzione, manutenzione e restauro di beni culturali;
- laboratori di imaging, per le attività di documentazione e diagnostica non invasiva;
- laboratori scientifici di analisi, ricerca e diagnosi su beni culturali;
- Scuola di Alta Formazione e Studio (SAF), accreditata presso la Regione Piemonte, che organizza: il corso di laurea in «Conservazione e restauro dei beni culturali» in convenzione con l’Università degli Studi di Torino e in collaborazione con il Politecnico di Torino; corsi post-laurea di formazione, specializzazione e aggiornamento; corsi professionali in convenzione anche con le associazioni artigiane della Regione.
Le Unità Operative perseguono, inoltre, in modo integrato:
- la promozione e la realizzazione di studi, ricerche e sperimentazioni nel campo della conservazione e del restauro;
- la promozione di studi e ricerche sulla storia della conservazione e del restauro;
- la promozione dello sviluppo sul territorio di imprese, in particolare artigiane, attive nel settore della conservazione dei beni culturali, cui trasmettere i risultati delle ricerche e delle innovazioni tecnologiche sperimentate durante lo svolgimento delle proprie attività;
- la partecipazione a programmi internazionali di ricerca e di conservazione su beni culturali, anche su incarico dei soci fondatori, del governo italiano, di Istituzioni dell’Unione europea e di Organizzazioni internazionali.