Dossier

Dove e come la ricerca può migliorare la vita urbana

Costruire edifici che risparmiano energia

Un terzo del fabbisogno energetico italiano è assorbito per il riscaldamento degli edifici, civili e industriali. Se a questo si unisce il consumo di energia elettrica crescente per le attività di condizionamento, strettamente connesse con il generalizzato aumento delle temperature, si intuisce perché la ricerca di nuovi materiali e tecnologie è particolarmente fertile : non c’è solo l’obiettivo primario di ridurre l’inquinamento ( gli impianti di riscaldamento generano la maggior parte delle polveri totali sospese, le PM10 , ovvero polveri con diametro inferiore ai 10 mm) ma anche la necessità di ridurre drasticamente i consumi energetici.

Dall’obiettivo di abbattere drasticamente uno e l’altro è nata l’idea della cosiddetta casa “passiva”, termine con cui si intende una costruzione per la quale sono state messe in opera le tecnologie più efficaci da un punto di vista energetico per ridurre o fare a meno del riscaldamento. L’obiettivo si raggiunge riducendo al massimo le perdite e, al contrario, ottimizzando tutte le piccole fonti di calore, prodotte dagli occupanti e dalle loro attività, oltre che naturalmente dalla radiazione solare, così da avere una temperatura piacevolmente stabile tutto l’anno.

Casa passiva Per realizzarla ci sono alcune regole fondamentali da osservare. Innanzi tutto l’orientamento dell’edificio e la dislocazione delle sue aperture (porte e finestre), che deve permettere di beneficiare al massimo della radiazione solare. L’isolamento dall’umidità esterna e l’isolamento termico sono indispensabili, così come un sistema di ventilazione per immettere aria dall’esterno senza patire perdite di calore. Per realizzarli entrambi occorre curare nei minimi particolari la costruzione, per evitare a posteriori rischi dal punto di vista termico. Infine occorre rigore nella progettazione: i volumi devono essere correlati al numero degli occupanti (la sensazione di gelo legata alle immense sale dei castelli nordici aiuta a inquadrare il problema) e le forme semplificate, evitando che aperture e spigoli superflui causino perdite energetiche.

Per poter definire una casa “passiva” è stato stabilito uno standard di consumo energetico, che deve essere inferiore o uguale a 15kWh/mq/anno per il riscaldamento e 42kWh/mq/anno per il consumo totale, che corrisponde rispettivamente, per una casa da 100 mq, a 1.500 e 4.200 kWh/anno. Per avere un termine di paragone, si stima che una famiglia di 4 persone che vive a Torino in una casa di 100 mq consumi 7.500 kWh per il riscaldamento e globalmente 15.500 kWh.

Sia in fase di progettazione che di costruzione, la casa “passiva” necessita di poter raccogliere e tenere sotto controllo in un solo sistema tutti i parametri che possono portare ad un risparmio energetico complessivo dell’ edificio. Per agevolare una simile gestione è stato concepito il PHPP (Passive House Planning Package), un sistema di programmazione (software) che diventa uno strumento di simulazione dinamica (si basa su dati energetici raccolti da oltre 200 edifici sui quali le osservazioni e i monitoraggi sono stati svolti per più anni ed adotta un metodo di approssimazione mensile) da utilizzare quando si pensa ad un progetto di costruzione “passiva”. Le sue funzioni permettono di calcolare i valori U dei componenti utilizzati come isolanti, i bilanci energetici, la ventilazione ideale, il carico di calore per l’inverno e per l’estate.

Per approfondimenti

casa passiva http://www.passivhaustagung.de/Passive_House_E/passivehouse.html

http://www.lamaisonpassive.fr/spip/spip.php?article33

Suggerimenti