Dossier

Il miglioramento genetico nelle piante coltivate

Albori del miglioramento genetico (senza genetica)

Da quando l’uomo preistorico diventa agricoltore si può dire che incomincia la storia del miglioramento genetico, anche se le conoscenze necessarie a realizzare il miglioramento genetico consapevole sono state raggiunte solo in tempi molto recenti.

L’uomo, fin dai tempi più remoti, dipende per la sua alimentazione dalle piante. Tutti gli alimenti infatti, direttamente o indirettamente, sono materiali vegetali o loro derivati: frutta e verdura a parte, è utile ricordare che anche carne, latte e uova non sono altro che proteine vegetali trasformate in proteine animali. La capacità di osservare i campi che davano i migliori raccolti o le piante che portavano i frutti più grossi o più numerosi ha sicuramente avuto un ruolo fondamentale nell’indirizzare l’uomo preistorico a scegliere certi tipi di semi piuttosto che altri, cioè a fare una selezione, per soddisfare le sue esigenze, innanzitutto di tipo alimentare.Da questo momento in avanti, determinate specie hanno goduto di una diffusione e di una protezione maggiore di altre, affermandosi come specie utili all’uomo, in grado di soddisfare i bisogni alimentari delle popolazioni. Le specie più adatte alla coltivazione ed economicamente redditizie sono diventate quelle al centro delle maggiori attenzioni da parte degli agricoltori, che hanno cominciato a selezionarle applicando metodi diversi.

Asparagi selvatici

Asparagi coltivati

Alcune specie vegetali, come cereali e legumi, sono oggetto di una continua opera di selezione artificiale da parte dell’uomo ormai da migliaia d’anni. Il risultato di questa lunga fase di domesticazione sono le piante oggi coltivate in ogni regione del mondo, che presentano delle modificazioni notevoli, rispetto ai fenotipi di partenza, di quelle parti che rivestono maggiore interesse per l’uomo. Ne è un esempio l’asparago che, nella sua forma selvatica presente nei boschi e sulle spallette delle colline è un turione molto sottile, mentre nella forma coltivata raggiunge diametri considerevoli, anche di 3 centimetri. Piante più produttive, dunque, come obiettivo della selezione, ma spesso anche piante più deboli e vulnerabili nei confronti degli attacchi di parassiti, a causa di un abbassamento delle capacità di difesa, sia di natura meccanica che chimica.

Alcuni autori considerano come un’altra forma di miglioramento genetico, che ha seguito l’uomo nella sua storia, l’introduzione di piante coltivate in continenti diversi da quelli di origine. Il fenomeno migratorio allo scopo di introdurre nuove specie vegetali era già noto nell’antichità: indicazioni scritte riportano di spedizioni organizzate per far arrivare in Egitto, nel 1500 A.C., l’albero dell’incenso, Albero dell'incenso originario dell’Africa orientale, e più tardi, nel 61 D.C., di un ordine dell’imperatore giapponese per andare a prendere in Cina frutti di agrumi. I Romani portarono le piante coltivate in Italia in tutto il vasto impero, per favorire le abitudini di vita dei funzionari distaccati nelle province più lontane e assicurarsi una sorta di dominanza culturale nei confronti degli indigeni.

Una tappa importante per il movimento delle piante coltivate è rappresentata dalla scoperta delle Americhe, dalle quali i primi esploratori tornarono con specie, come il mais o il pomodoro, che hanno poi influenzato in modo notevole l’agricoltura europea. Un altro esempio emblematico di introduzione di nuove specie è stato quello del the dalla Cina all’India, ad opera di un rappresentante dell’impero britannico che diede inizio, intorno al 1850, alla coltivazione della preziosa pianta nella regione del Darjeeling e dell’Assam, sotto l’occhio attento di esperti coltivatori cinesi.

Le selezione fatta dall’uomo per migliorare le specie vegetali è perciò vecchia quasi quanto la pratica dell’agricoltura. Ma è bene ricordare che la natura l’ ha sempre fatta, attraverso la selezione naturale, che, secondo Darwin, è “il processo alla base dell'evoluzione delle specie mediante l'eliminazione degli individui meno adatti e favorendo i più adatti a un certo tipo di ambiente o di vita” (www.sapere.it).

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