Dossier

A momentary Iapse of science: l'immaginario scientifico e l'arte dei Pink Floyd

A momentary Iapse of science: l'immaginario scientifico e l'arte dei Pink Floyd

Un breve viaggio nel mondo suggestivo e visionario dei Pink Floyd, alla ricerca di legami tra l'arte di una tra le band più incisive nel panorama musicale contemporaneo e l'immaginario scientifico diffuso. Leggi la sezione "Speak to me" e inserisci il tuo parere inviandolo all'autore.

dal booklet di %22PulseUsing words you will find are strange

And mesmerized as they light the flame

Feel the new wind of change

(Da On the turning away - Album: A Momentary Lapse of Reason, 1987)

Viviamo nell'era post-accademica della scienza, almeno così dicono gli studiosi di sociologia e storia della scienza. È una fase in cui la società e il mondo scientifico sono quanto mai interconnessi e in cui la comunicazione ha un ruolo fondamentale. Lontanissimi gli anni in cui la scienza si faceva solo sui libri, seguita poi dall'era accademica in cui sono proliferate le riviste specializzate. L'incredibile aumento delle informazioni circolanti sulle nuove vie aperte dalle odierne tecnologie della comunicazione modifica continuamente le modalità di influenza reciproca tra i due mondi. Un aspetto interessante di questo fenomeno riguarda l'immaginario scientifico e le influenze che subisce dal mondo esterno. Il potere della pubblicità, della TV, del cinema, di internet è certamente secondario se confrontato con le motivazioni puramente scientifiche della ricerca. Ma è enorme nell'arricchire (o impoverire!) l'immaginario scientifico diffuso e, con meccanismi di "feedback"più o meno diretti, nell'influenzare i rapporti tra scienza e società. Non è un caso, infatti, se negli ultimi anni si sono delineate nuove figure professionali come lo Scienziato Imprenditore o il Comunicatore Scientifico.

Pink Floyd, formazione completa anni sessanta L'immaginario scientifico diffuso non è immune da influenze musicali. Questo dossier vuole proporre una carrellata di immagini, sensazioni e idee che possano far riflettere sui rapporti tra l'immaginario scientifico e l'opera di una delle band più significative della musica odierna. I Pink Floyd, sulla scena da quasi quarant'anni, si collocano fuori da ogni schema: psichedelia, progressive, avanguardia, rock, pop, influenze jazz e classiche sono sempre fusi insieme in continua sperimentazione e alla continua ricerca della perfezione. Il gruppo britannico è stato forse il miglior esponente dello "space rock" o di quella "musica del futuro" che è entrata da qualche misterioso canale nel nostro immaginario fin dal loro esordio: la seconda metà degli anni sessanta, l'era dei Beatles e dell'uomo sulla Luna. Non a caso, ben tre emittenti televisive europee scelsero le loro musiche, prima ancora dell'ingresso nella leggenda con The Dark Side of the Moon, come colonna sonora per dei documentari sulle missioni Apollo. I Floyd hanno sfiorato anche la possibilità di comporre le musiche per 2001 Odissea nello Spazio. In quell'epoca, gli anni sessanta, quando si chiamavano ancora The Pink Floyd, una parte importante della loro produzione e ispirazione aveva senza ombra di dubbio un'origine o un taglio fantascientifico. Ma il background scientifico di Syd Barrett, Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright era praticamente inesistente (Roger, Nick e Rick avevano iniziato gli studi di architettura, Syd aveva un grande talento da poeta e disegnatore).

Syd Barrett Le prime Echoes dallo spazio provenivano quasi esclusivamente dall'estro geniale e lunatico di Barrett: paroliere, compositore e leader indiscusso. La mente del gruppo. Una mente inizialmente visionaria e stramba, poi, sempre più malata. La testa di Syd, infatti, non era invasa solo dallo spirito della psichedelia che si respirava nell'underground londinese degli anni sessanta. Anche gli effetti delle micidiali miscele di acidi (LSD soprattutto) che iniziò ad assumere e le prime avvisaglie della malattia mentale, hanno segnato quell'imprinting, quel marchio di fabbrica che la loro musica e i loro testi non avrebbero più perso. Neanche dopo l'uscita di scena di Barrett, la supremazia di Waters e l'addolcimento melodico apportato dalla chitarra di Gilmour. Anche oggi, che nella band rimangono gli ormai sessantenni Gilmour, Wright e Mason, l'aggettivo "floydiano" ha acquistato un'accezione particolare, che va al di là del suo significato letterale, come accade per "freudiano", "felliniano", "newtoniano".

maiale volante Il potere evocativo e le capacità comunicative delle musiche e dei testi hanno trasformato i Pink Floyd in un simbolo che sarebbe bene cominciare a pensare inserito nell'ambito più generale della musica moderna, non solo del rock. Il mondo dei Pink Floyd si avvale poi da sempre di un complesso di immagini reali e virtuali, di idee e metafore che accompagnano la loro musica e le loro esibizioni. Avvalendoci di tutto questo bagaglio floydiano, vogliamo concederci un momentary lapse dalla scienza e dalla ragione, per studiare con l'aiuto dei lettori le (eventuali) influenze tra il mondo dei Pink Floyd e l'immaginario scientifico, senza pretesa di dare risposte definitive ed esaurienti, né di mostrare l'esistenza di "scienza" nella loro opera. Il nostro scopo principale è solo quello di suscitare la curiosità del lettore appassionato di musica o di scienza o, come spesso accade, di entrambe.

Si invitano i lettori a esprimere il loro parere al riguardo, o anche solo sulla scienza o solo sui Pink Floyd. Un breve testo inviato all'autore all'indirizzo angelo_mastroianni@virgilio.it apparirà nella sezione Speak to me di questo dossier.

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