Dossier

Cinema e scienza in Italia: alcune tappe

Verso un fine secolo, tra scelte politiche e morali

Fotogramma di Non ho tempo, di Ansano Giannarelli Negli anni '70 troviamo Non ho tempo di Ansano Giannarelli dedicato alla storia civile e scientifica del matematico Evariste Galois. Le sue scelte di vita, insieme alla grandezza dell'opera matematica che ci ha lasciato, sono un esempio di intersezione tra la scienza e il suo profondo impegno sociale e politico che lo portò ad abbracciare la causa repubblicana e rivoluzionaria, per la quale fu due volte incarcerato.

Ma neorealismo significa per alcuni anche una posizione etica e morale forte. Caposcuola di questa corrente fu di certo Rossellini, che nelle sue opere televisive affronta temi che si intersecano con la scienza con un occhio alle scelte che grandi pensatori hanno sostenuto. E' in questa direzione che vengono realizzati negli anni '70 i film-tv come Cartesius, con la ricerca del rigore scientifico, tecnico e morale, quasi una riflessione di Rossellini su se stesso e sul suo metodo di lavoro, e Pascal dove il conflitto tra la scienza e la fede assume i caratteri di un archetipo con cui fare i conti.

Andando avanti nel percorrere questa strada e cercando i ceppi di questa storia ci si confonde. Gli anni ottanta italiani sembrano poco attenti al tema scientifico e tecnologico. Forse anche il cinema nel suo complesso non ha avuto grandi glorie e solo nel 1992 Ritratto di Renato Caccioppoli troviamo Morte di un matematico napoletano di Mario Martone sulla storia di Renato Caccioppoli, matematico nato nel 1904 dalla personalità eccentrica e anticonformisita, profondamente antifascista, nella sua vita passò dai successi nella matematica allo sperimentare la vita dei barboni e dei poveri per finire la sua vita alcolizzato.

Ma in quegli stessi anni cresce, grazie a trasmissioni televisive che propongono produzioni estere, l'interesse della società verso temi di scienza. Si ha quindi un fiorire di produzioni dedicate che provengono principalmente dai centri di ricerca nazionali.

Purtroppo l'Italia non ha mai colto l'occasione per strutturare una parte della ricerca scientifica finalizzandola alla comunicazione documentaristica. Ancor oggi rimaniamo quindi alle poche realtà che producono, si può dire, per passione di singoli, e a poche case di produzioni private che creano prodotti di buon livello contenutistico ma con mezzi e stili che difficilmente possono competere con le produzioni britanniche, francese o d'oltre oceano.

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