Dossier

Da dove vengono pioggia e bel tempo?

Un passo da gigante per il meteo

Una svolta fondamentale per la meteorologia è senz’altro avvenuta con l’avvento dei satelliti, nella seconda metà del XX secolo. Geostazionari – a 35.800 kilometri d’altezza, sorvolano sempre la stessa area – o a scorrimento - a circa 1.000 kilometri d’altezza, si spostano intorno al pianeta e filmano strisce di qualche migliaio di kilometri di larghezza – i satelliti permettono di riprendere il sistema atmosferico nel suo insieme. A bordo hanno radiometri ed interferometri che sondano, come i radar, i differenti strati dell’atmosfera fino alla superficie terrestre, operando nello spettro del visibile – per osservare la posizione delle nuvole -, nello spettro dell’infrarosso – per rilevare le temperature – e nello spettro del “vapore acqueo” – per avere indicazioni sul contenuto in umidità dell’aria.

Meteosat in assemblaggio L’Unione Europea, attraverso l’Agenzia Eumetsat, si pone all’avanguardia nella meteorologia satellitare. Nel 1977 ha lanciato il suo primo satellite Meteosat 1. Oggi, il programma è al Meteosat 9, la cui missione è iniziata nel 2005 e dovrebbe concludersi nel 2014. Nel 2006, il primo satellite europeo a “defilement” (scorrimento), MetOp-A, è stato lanciato dalla base spaziale di Baïkonour. Altri due dovrebbero seguire nei prossimi otto anni. Tutti insieme, questi satelliti meteorologici contribuiscono ad un sistema mondiale d’osservazione dell’atmosfera la cui gestione spetta all’ Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). Partendo dalla considerazione che l’atmosfera non conosce frontiere, questa cooperazione internazionale su scala planetaria si dimostra più che mai necessaria per comprendere i complessi meccanismi meteorologici e, in senso più ampio, i cambiamenti climatici.

Per approfondimenti

Organizzazione Meteorologica Mondiale http://www.wmo.int/pages/index_en.html

Eumetsat http://www.eumetsat.int/Home/index.htm

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