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L'Europa nello spazio: passato presente e futuro dei razzi-vettori europei

L'Europa nello spazio: passato presente e futuro dei razzi-vettori europei

Utilizzare lo spazio significa anche avere la tecnologia necessaria per raggiungerlo. L'Agenzia Spaziale Europea sta rafforzando la propria flotta di razzi-vettori per il lancio dei satelliti. E Vega, l'ultimo arrivato, parla italiano.

Se 40 anni fa lo spazio era soprattutto il territorio nel quale spostare la sfida fra potenze terrestri, oggi è diventato un ambiente del quale non si può fare a meno: territorio conteso e non più soltanto territorio di una contesa. Scienza e tecnologia spaziale danno vita a una lunga serie di applicazioni quotidiane che ci sono ormai familiari: dalle previsioni del tempo alla TV satellitare; dalla navigazione guidata da satellite (GPS, Galileo) all’analisi delle condizioni atmosferiche e oceaniche; dal controllo del buco nello strato di ozono al supporto ai mezzi di soccorso in caso di disastri naturali o causati dall’uomo.

In questo contesto, l’accesso indipendente allo spazio è divenuto una tessera ancora più strategica per realizzare in concreto un’Europa politicamente forte e tecnologicamente avanzata.

Il decollo di un Ariane5 dalla base di Kourou, nella Guyana Francese Con la creazione di Arianespace nel 1980, la prima compagnia al mondo che commercializzasse lanci spaziali, l’ESA e tramite essa i paesi europei che ne sono membri, ha potuto proporsi sul mercato mondiale vendendo essa stessa i propri servizi di lancio. A 25 anni dalla sua fondazione, possiamo calcolare che per ogni euro investito nello sviluppo del suo lanciatore di maggior successo, l’Ariane-4, ne sono stati prodotti almeno 4, a tutto vantaggio dell’economia europea. La creazione di Arianespace, oltre a porre le basi per lo sviluppo di un piano spaziale europeo, ha portato anche alla creazione di posti di lavoro e di nuove competenze: oltre 100 industrie europee sono state infatti coinvolte nello sviluppo e nella costruzione dei lanciatori Ariane.

Per una quindicina di anni, durante la fase matura dell’Ariane-4, l'Europa è rimasta all’avanguardia nel settore dei lanci commerciali: prima del pensionamento dell’Ariane4 (l’ultimo lancio è avvenuto nel 2003) dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana Francese, i lanci si susseguivano al ritmo di 2 al mese. Recentemente, però, è emersa la necessità di tornare a investire sulla capacità di lancio, per difendere la flotta dei lanciatori europei dalla competizione americana, che negli ultimi tempi si è notevolmente rafforzata.

Le prime risposte a questo problema l'avremo con l'entrata in scena dei lanciatori russi Soyuz, che potranno essere lanciati da Kourou entro il 2007 e che sostituiranno temporaneamente gli Ariane4.

Alla fine del 2007 esordirà anche Vega, il nuovo lanciatore della famiglia degli Ariane, disegnato per mettere in orbita a costi ridotti piccoli satelliti di circa 1 tonnellata. Contemporaneamente viene rafforzata anche la flotta degli Ariane 5, con la realizzazioni di diverse versioni di lanciatori, da utilizzarsi a seconda della specifica occasione, capaci di portare in orbita un carico complessivo che arriverà fino a 11 tonnellate.

Partenza Shuttle Un solo avvertimento: raggiungere lo spazio non è così scontato come ogni tanto si sente. In ogni lancio la tecnologia è spinta agli estremi. In ogni lancio esiste un rischio di incidente. Magari un rischio piccolo, ma reale. Si tenga conto, per esempio, che la più celebre delle navicelle spaziali, lo Shuttle, ha avuto due incidenti mortali in circa 114 voli compiuti. Possono apparire pochi, e lo sono rispetto alle difficoltà superate, ma in percentuale si tratta di poco meno del 2%. È come se ogni 100 autoveicoli, 1 o 2 venissero coinvolti in incidenti mortali: insomma, ciò che è considerabile un buon successo per veicoli sperimentali come quelli spaziali, non è accettabile per missioni commerciali o, peggio ancora, turistiche.

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