Dossier

La chimica al servizio di ambiente e beni culturali

La chimica al servizio di ambiente e beni culturali

Si è tenuta a Torino la prima Scuola Nazionale di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali.

Divisione di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali della Società Chimica Italiana - logo Si è svolta in settembre a Torino, nella splendida cornice collinare di Villa Gualino, la “Prima Scuola Nazionale di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali”. Promotori la Divisione di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali della Società Chimica Italiana e l'Università di Torino.

La Scuola, il cui proponimento è quello di fornire un approfondimento ed un aggiornamento delle conoscenze concernenti ambiente e beni culturali, era rivolta a tutti i ricercatori, del settore pubblico e privato, ai dottorandi afferenti alle discipline scientifiche e umanistiche che nella loro interazione forniscono la cultura e gli strumenti atti ad affrontare le tematiche che tali settori coinvolgono e a chi in tale contesto opera.

La scelta della sede è caduta su Torino, in quanto Città, da sempre attiva in tali ambiti, con una offerta a livello accademico in grado di fornire gli strumenti atti ad affrontare le problematiche poste, di grande attualità, sia per quanto riguarda la situazione ambientale, sia per il mantenimento e recupero dell’immenso patrimonio culturale.

Il Professor Corrado Sarzanini, Vicepresidente della Divisione di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali della Società Chimica Italiana, ha sottolineato la necessità di formare dei giovani in questo campo di ricerca multidiscplinare, che ancora offre buone possibilità di sbocco sul mercato del lavoro. Importante obiettivo, citato anche dal Presidente della Divisione di Chimica dell'Ambinte e dei Beni Culturali della Società Chimica Italiana, Nicola Cardellicchio, è quello di contribuire a diffondere un'immagine positiva della chimica, in quanto disciplina oggi indispensabile a salvaguardare il nostro patrimonio naturale e culturale, in un'ottica di sviluppo sostenibile. E la risposta all'iniziativa è stata ottima, con ben 45 iscritti provenienti da tutta Italia che hanno partecipato alla prima edizione, seguendo una intensa settimana di lezioni.

Scuola di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali - presentazione Sull'importanza del ruolo formativo, dell'Università in particolare, per la diffusione e condivisione di nuovi stili di vita che tengano conto delle conseguenze disastrose sull'ambiente del modello di crescita economico-sociale nel quale ci muoviamo, e del concetto di sostenibilità, si è profuso in apertura dei lavori della Scuola, il Rettore dell'Università di Torino, Prof. Pellizzetti. La ricerca deve concentrarsi, secondo il suo parere, oggi più che mai, sulle risorse energetiche rinnovabili, in particolare sull'energia solare e sul suo sfruttamento attraverso i pannelli fotovoltaici.

Le lezioni in programma hanno messo a fuoco l'importanza della chimica per la conoscenza dei fenomeni naturali e dei loro risvolti ambientali, ed il suo apporto fondamentale per poter fare una diagnosi delle cause dei processi di inquinamento e decadimento. E allo stesso tempo hanno voluto fornire una visione degli strumenti di cui oggi si dispone per la conservazione dei beni ambientali e culturali, ma soprattutto per la prevenzione dei danni. La chimica negli ultimi cinquant'anni ha apprtato un contributo essenziale allo studio e approfondimento delle fenomenlogie del degrado, nonchè a trovare rimedi per sviluppare la scienza della conservazione.

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