Dossier

La chimica al servizio di ambiente e beni culturali

Il dibattito

La Scuola si è conclusa con una "Tavola Rotonda" pensata non solo come riflessione e dibattito sugli argomenti sviluppati, ma anche come momento aperto al "pubblico". La discussione è stata moderata dal giornalista della RAI Gianfranco Bianco, che ha abilmente stimolato i partecipanti con domande e affermazioni provocatorie quali "La chimica che ha, in alcuni casi, contribuito a depauperare l'ambiente ora si propone come il Salvatore", e ha visto un confronto tra rappresentanti dell'industria (Unione Industriale, SMAT), degli organi di controllo (ARPA), della ricerca (Università, CNR) e dell'Ordine dei Chimici.

Laboratorio di chimica del Museo Industriale Illustrando le diverse attività di ricerca coinvolte si è evidenziato come la chimica, nel secolo scorso motore dello sviluppo e sostegno della crescita economica, anche se in alcuni casi causa di impatti sull'ambiente, abbia comunque da sempre contribuito al miglioramento della vita, e all'incremento della vita media, lavorando nella direzione di una crescita economico-sociale sostenibile. E' successo ad esempio nel caso del DDT, cui si deve comunque la salvezza di migliaia di persone - http://it.wikipedia.org/wiki/DDT_(insetticida) - e i cui effetti collaterali negativi sono legati più che altro ad un utilizzo poco corretto messo in atto nella prima metà del '900.

Le problematiche a volte insorte a seguito di un improprio impiego della chimica, dovute anche alla latitanza di una normativa adeguata a contenere/prevenire, e comuunque solo via via introdotta quale elemento suppletivo, sono state comunque occasione di stimolo per la ricerca ed acquisizione di nuovi strumenti e ulteriore conoscenza, in accompagnamento ai quali è però richiesto lo sviluppo di una nuova coscienza.

Comparazione affresco prima-dopo trattamento conservativo Richiamando le tematiche proprie della Scuola si è voluta ribadire la logica dell'accostamento e della sinergia Ambiente - Beni Culturali, poichè le tecniche sviluppate, ad esempio per il controllo ambientale, e per la soluzione di problemi quali quello dell’inquinamento, sono nel contempo uno strumento indispensabile nello studio (datazione, origine, composizione) e valutazione dello stato dei Beni Culturali.

Le nuove tecniche analitiche non invasive hanno permesso la caratterizzazione di opere d’arte senza comprometterne la struttura originale, così come i nuovi materiali, tra cui le nanoparticelle, hanno contribuito a un’ottimizzazione delle opere di intervento (restauro, conservazione) sui beni culturali, e allo sviluppo di soluzioni energetiche ambientalmente sostenibili (pannelli solari).

Lo studio e la ricerca multidisciplinare in questi campi sono una opportunità per formare chimici esperti con un'elevata professionalità, cui devono esssere dati il giusto riconoscimento e possibilità lavorative nel nostro Paese. Nell'ambito dell'ultimo Programma Quadro dell'UE, infatti, un'alta percentuale dei progetti approvati ha come coordinatore un ricercatore italiano, ma impiegato all'estero.

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