Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze tra fisica e inconscio
Siamo all'inizio degli anni 1930: da pochi anni si è giunti alla definitiva formulazione della Meccanica Quantistica, nella cosiddetta "Interpretazione di Copenaghen", a cui hanno partecipato i più grandi fisici del tempo, da Schrödinger a Heisenberg, da Bohr a Dirac.
Wolfgang Pauli è un giovane fisico di origine austriaca; il suo nome è legato principalmente al "principio di esclusione", ma anche a importanti lavori sulla teoria della relatività.
Negli stessi anni la psicoanalisi, nata alla fine del secolo precedente per opera di Freud, viene originalmente rielaborata e interpretata da Carl Gustav Jung.
Tra i due incomincia un intenso scambio epistolare, che proseguirà per diversi anni e porterà anche alla pubblicazione del libro
Cosa spinge Pauli e Jung ad avvicinarsi e a dialogare, confrontando idee appartenenti a saperi tanto diversi? "E' stata la concordanza di senso di idee che si sono presentate in rami diversi del sapere quasi simultaneamente, la loro sensibile coincidenza, che mi ha indotto a uscire fuori dalla mia stretta specializzazione" scriverà Pauli molti anni dopo.
In effetti, grazie alle riflessioni e al continuo confronto di idee che avvenne tra Pauli e Jung nell'arco di quasi un ventennio, i percorsi della fisica dei quanti e della psicoanalisi sembrano intrecciarsi in più punti.
Frutto di questo scambio, come già accennato, è il libro
Nel corso degli anni, Pauli affianca ai suoi contributi alla fisica dei quanti una continua riflessione filosofica sulla portata e sui limiti della scienza, soprattutto per quanto riguarda la neonata teoria dei quanti. Questa teoria, pur essendo capace di prevedere molti risultati sperimentali, lascia tuttavia aperti alcuni problemi: il mondo microscopico sembra obbedire a leggi diverse rispetto a quello macroscopico e gli scienziati si trovano in difficoltà quando cercano di descriverlo usando i concetti della fisica classica.
Nello stesso periodo, Jung sta portando avanti le sue ricerche sulla relatività delle categorie spazio-temporali all'interno dell'inconscio e sull'esistenza di un legame, che egli definisce "di sincronicità", tra fenomeni fisici e psichici, non riconducibile a un rapporto di causa-effetto. Egli si trova così a interessarsi ai risultati della fisica quantistica e a discuterne con alcuni fisici le conseguenze, le quali sembrano confermare alcune sue ipotesi.
Da leggere
C. G. Jung,
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W. Pauli,
Un sito dedicato a C.G. Jung: Analytical Psychology and Culture